“Da febbraio ad aprile i Martedì Letterari hanno ospitato ben dodici incontri con la partecipazione del procuratore Federico Cafiero De Raho con Valerio Cataldi e Don Rito Alvarez, Pierfrancesco Pingitore, la senatrice Elena Cattaneo, Mapi Danna, Francesca Vecchioni, Carmine Abate, il prof. Riccardo Campa con l’ambasciatore Carlo Eugenio Garcia de Alba Zapeda, Beppe Conti, Pino Insegno, Dario Salvatori, Fulvio Damele e Luca Amoretti, Andrea Gandolfo con Leone Pippione. Un importante elenco di protagonisti della cultura contemporanea che si arricchisce di ulteriori appuntamenti, che costituiscono un punto di incontro e di confronto incentrato sull’appagamento ideale. Ringrazio il pubblico per l’assidua presenza, tutti gli scrittori e i nostri ospiti illustri che con la loro partecipazione rendono possibile la promozione di un messaggio culturale che il Casinò continua ad assicurare”, ha commentato il consigliere del Cda del Casinò di Sanremo, Barbara Biale.
6 maggio
I nuovi appuntamenti si aprono venerdì 6 maggio alle ore 17.00 con Enrico Vanzina, che presenta il libro: “Diario Diurno” (Herper Collins Italia). Partecipa Carlo Sburlati.
Diario Diurno
Nella storia della letteratura il diario occupa un posto speciale. Sono diari, in fondo, le Confessioni di Sant’Agostino e i Saggi di Montaigne, due dei libri più letti e amati di sempre. E venendo a tempi più recenti il Diario dei fratelli Goncourt è un testo imprescindibile per comprendere la grande Francia ottocentesca, e, a modo suo, è un monumentale diario in più volumi l’acclamato “La mia lotta” di Karl Ove Knausgård. E lo è, ovviamente, il “Diario notturno” di Ennio Flaiano, libro che illumina il nostro dopoguerra e gli anni del boom. Proprio da Flaiano, che ha conosciuto personalmente quando era bambino, parte Enrico Vanzina per questo suo “Diario diurno”. Un diario adulto, iniziato da un uomo di 62 anni che non ne aveva mai tenuto uno. Un diario che racconta undici anni, racchiusi da due grandi crisi sociali, quella economica del 2011 e quella che stiamo ancora vivendo ed è legata alla pandemia. E in mezzo: la vita, le gioie, i dolori, gli attimi solo in apparenza insignificanti ma in realtà decisivi, la politica, i libri, il cinema, certo, il cinema, gli amici che si ritrovano o se ne vanno, gli incontri casuali, le strade prese o perse. Perché un diario, se scritto da un grande autore, è molto di più del mero succedersi degli accadimenti, pubblici e privati che siano, è un’opera letteraria che sa far commuovere, sorridere, riflettere, rivelando verità spesso nascoste sul cuore umano.
Enrico Vanzina
Sceneggiatore e produttore. Figlio di Steno, insieme al fratello Carlo è vissuto nel mondo del cinema fin dall’infanzia, frequentando abitualmente personaggi del calibro di Totò, Ugo Tognazzi, Mario Monicelli, Ennio Flaiano, Mario Camerini e Dino Risi, i cui figli Marco e Claudio sono loro amici d’infanzia. Dopo aver frequentato la scuola francese Chateaubriand di Roma, diplomandosi nel 1966, si è iscritto a Scienze Politiche all’Università di Roma laureandosi nel 1970. L’esordio nella carriera cinematografica risale al 1974 come aiuto regista del padre nel film “La poliziotta”. Nel 1976, ha iniziato a scrivere sceneggiature e da allora ha collaborato con i maggiori esponenti della commedia all’italiana. Nel corso degli anni ’80 e ’90 ha firmato insieme al fratello i più grandi successi al botteghino italiano, film molto amati dal pubblico ma spesso stroncati dai critici nostrani. Nel 1986 ha fondato, sempre con il fratello Carlo, la casa di produzione Video 80 e da allora oltre alla produzione cinematografica si è dedicato anche a quella televisiva (“I ragazzi della III ^ C”, 1986; “Amori”, 1987; “Anni ’50”, 1998; “Anni ’60”, 1999). Nei primi anni ’90 ha collaborato con la Penta Film. Ma il cinema non è la sua unica occupazione. Ha scritto la pièce teatrale “Bambini cattivi” portata in scena da Giuseppe Patroni Griffi. Ha collaborato per diversi anni con Il Corriere della Sera e Il Messaggero, ha portato in stampa i libri “Le finte bionde”, “Colazione da Bulgari” e “La vita è buffa” e tiene corsi di sceneggiatura.
13 maggio
Venerdì 13 maggio ore 17.00 Laura Calosso presenta nel Teatro dell’Opera del Casinò il suo libro: “Ma la sabbia non ritorna” (Sem).
“L’autrice ha fatto suoi i temi del saggio e li ha calati una storia ibrida che è inchiesta e romanzo”, Danilo Zagaria, La Lettura.
Ma la sabbia non ritorna
Elena ha da sempre un rapporto traumatico con il padre, arricchitosi negli anni Sessanta estraendo sabbia da una cava e distruggendo le dune che proteggevano il litorale dalle mareggiate. Giovanissima, decide di scappare lontano da una famiglia che non la ama e su cui incombe la misteriosa morte del fratellino. La vita la porta a viaggiare per il mondo lavorando come giornalista freelance a vari reportage. L’ultimo riguarda le “mafie della sabbia”, organizzazioni criminali che rubano la preziosa materia prima a tutte le latitudini per venderla dove è più richiesta, ovvero nelle nuove megalopoli o nelle popolose aree costiere in cui speculatori privi di scrupoli costruiscono isole artificiali e grattacieli. Studiando questi traffici illeciti e il loro catastrofico impatto ambientale, Elena scopre la verità su alcuni fatti avvenuti nella sua infanzia… Lungo il romanzo corre parallelamente una tormentata storia d’amore. Per colmare il proprio bisogno di affetto la protagonista ha una relazione con un uomo che tende a idealizzare, pur vedendone i limiti. Di che cosa ha bisogno veramente? Forse solo arrivando a una resa dei conti con il proprio passato riuscirà a trovare una risposta.
Laura Calosso
Giornalista, ha studiato Scienze politiche e Letteratura tedesca. Ha lavorato in medie e grandi aziende occupandosi di Ufficio stampa e Certificazione qualità prodotto. Ha esordito nel 2011 con il romanzo A ogni costo, l’amore (Mondadori). Con SEM ha pubblicato nel 2017 La stoffa della donne, dal quale nella stagione 2018-19 sono state tratte due puntate di REPORT, la trasmissione d’inchiesta di Rai3, e Due fiocchi di neve uguali (2019).
17 maggio
Martedì 17 maggio ore 16.30 Luca Trapanese presenta il libro “Le nostre imperfezioni” (Salani). Interviene il gruppo P.E.N.E.L.O.P.E.
Le nostre imperfezioni
La voglia di vivere, sempre, in ogni circostanza, e di prendersi cura degli altri. Dicono che non serve una ragione precisa per compiere il Cammino di Santiago, e che per viverlo al meglio bisogna sapersi sorprendere ad ogni passo. In effetti Livio non sa esattamente perché ha deciso di partire zaino in spalla, trascinando con sé due amiche fino alla tomba di San Giacomo. Per consolidare la propria fede e prendere finalmente i voti? O per il motivo opposto, temporeggiare quanto basta per capire se è davvero quella la sua strada? Di certo, ad animare le sue scelte è sempre stato l’amore per gli altri, una vocazione che lo ha portato molte volte lontano da casa – un bell’appartamento a Posillipo, coccolato da mamma e papà – e l’ha condotto in giro per il mondo, al fianco degli umili, dei bisognosi, degli ultimi. La risposta ai suoi dubbi lo attende nell’antico borgo di Portomarín e ha il volto sorridente di Pietro, un architetto dai tratti orientali e in sedia a rotelle, che si offre di accompagnarlo nella chiesa di San Nicola e di mostrargliene la prodigiosa bellezza. Una chiacchiera dopo l’altra, i due diventano presto inseparabili e decidono di proseguire insieme fino a Compostela, fino a scoprire un’altra preziosa verità: il Cammino più importante non si fa a piedi, ma con il cuore. E così l’arrivo al santuario si trasformerà nell’inizio di un nuovo percorso, più lungo e più difficile per entrambi. In un romanzo struggente e ricco di interrogativi che scavano l’anima dei personaggi, Trapanese ci ricorda che la vita non è una favola e ti colpisce sempre alle spalle, ma che lo stesso fa anche la felicità, arriva sempre da dove meno te l’aspetti.
Luca Trapanese
Classe 1977, assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli da anni svolge attività di volontariato in Italia e nel mondo, ha fondato l’associazione A ruota libera e ha realizzato numerosi progetti legati alla disabilità, tra i quali la casa famiglia per bambini La Casa di Matteo, unica nel Sud Italia. Nel 2018 ha adottato Alba, una bambina con la sindrome di down, ed è felice di raccontare sui social la loro vita insieme. Con Luca Mercadante ha firmato Nata per te, che diventerà presto un film. Questo è il suo primo romanzo.
24 maggio
Martedì 24 maggio ore 16.30 in anteprima nazionale il prof. Aldo Mola presenta il saggio: “Vittorio Emanuele III il re discusso”. Partecipa lo storico Matteo Moraglia.
27 maggio
Venerdì 27 maggio ore 18.00 Lirio Abbate, direttore de L’Espresso presenta il libro: “Stragisti. Uomini e donne delle bombe di mafia” (Rizzoli).
Stragisti. Uomini e donne delle bombe di mafia
Sono gli anni del sangue. Tra il 1992 e il 1993 Cosa nostra ingaggia una guerra contro lo Stato. 23 maggio 1992, Capaci, l’attentatuni a Giovanni Falcone. Cinquantasette giorni dopo, via D’Amelio: muore Paolo Borsellino, muoiono cinque uomini della scorta. Un anno dopo, ancora a maggio, il fallito attentato a Maurizio Costanzo, pochi giorni dopo a Firenze, la strage di via dei Georgofili, e poi ancora la bomba di via Palestro, a Milano. Questa la fredda cronaca. Dietro la secca cronologia degli eventi, ci sono le strategie della mafia di quegli anni e una “foto di famiglia” che Lirio Abbate, con documenti inediti, storie segrete, e una narrazione travolgente, ci aiuta a ricomporre: è l’immagine ravvicinata degli Stragisti, gli uomini e le donne che, sotto l’impulso del Capo dei Capi, Totò Riina, hanno insanguinato la Sicilia e il Paese intero. I due fratelli Graviano, Giuseppe e Filippo, sono al centro di questa cornice, affiancati da vicino dal loro “gemello diverso”, Matteo Messina Denaro. I primi due verranno arrestati nel 1994, e il loro fermo coinciderà con la fine della strategia stragista. Il secondo, ancora latitante, è l’ultimo depositario dei segreti di quella stagione. Oggi, a trent’anni da quegli eventi rimasti scolpiti nella memoria collettiva, Stragisti ci conduce nelle strade di Palermo, di Firenze, di Milano, di Roma, della Costa adriatica e della Toscana in cui i boss si muovevano quasi indisturbati; ci svela i meccanismi di potere all’interno della famiglia Graviano, getta luce sui misteri di una latitanza dorata e sul ruolo della sorella, Nunzia, fino a cercare risposta a un quesito assurdo: come è potuto succedere che due boss al 41bis abbiano avuto entrambi un figlio durante la detenzione? Ed è proprio sul carcere ostativo che Lirio Abbate ha ingaggiato battaglia: per la riforma in corso, proprio i fratelli Graviano, ergastolani, potrebbero presto tornare in libertà. A trent’anni dalle stragi per le quali furono condannati.
Lirio Abbate
Siciliano, è autore di inchieste esclusive su corruzione e mafie. Scrive per il cinema e la televisione. Reporters sans frontières lo ha inserito fra i “100 eroi dell’informazione” nel mondo. Con Peter Gomez ha scritto I complici (2007), con Marco Lillo I re di Roma (2015), con Marco Tullio Giordana Il rosso & il nero (2019). Per Rizzoli ha pubblicato Fimmine ribelli (2013, da cui è stato tratto il film Una femmina, presentato a Berlino nel 2022) e i bestseller La lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati (2017), U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi (2020) e Faccia da mostro (2021). È direttore del settimanale L’Espresso.
31 maggio
Il 31 maggio ore 16.30 nel Teatro dell’Opera Franco Gabrielli, Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri presenta il libro: “Naufragi e approdi” (Baldini+Castoldi).
Naufragi ed approdi
Dieci anni fa, il 13 gennaio 2012, la Costa Concordia naufragava al largo dell’Isola del Giglio, causando 32 vittime e provocando una situazione emergenziale del tutto inedita nella storia del nostro Paese e non solo.
A coordinare le complesse operazioni di salvataggio e recupero del relitto fu Franco Gabrielli, all’epoca capo del dipartimento della Protezione civile, per l’occasione nominato commissario delegato dal governo. Ora Gabrielli racconta quello che avvenne in quei trenta mesi: dalle prime settimane, quando la corsa contro il tempo per cercare i dispersi andava in parallelo con la messa in sicurezza della nave, alle difficoltà e alle preoccupazioni legate al rischio ambientale, alla manovra rischiosissima del parbuckling e al successivo rigalleggiamento della Concordia fino all’approdo nel porto di Genova.
Un’operazione non priva di rischi, risolta grazie all’eccellente lavoro di squadra di centinaia di operatori, tra settore pubblico e privato, competenti, coscienziosi e pronti a mettersi in gioco; ma la vicenda della Concordia non è solo un esempio di straordinaria intraprendenza e genio ingegneristico, è anche una storia di frizioni e contraddizioni, accordi faticosamente raggiunti, delicati equilibri politici, ostacoli burocratici, mancanza di fondi: frutti, questi, di una visione spesso miope della cosa pubblica che evidenzia i limiti e i parossismi di un sistema in cui prendersi le responsabilità non è più un atto civile, ma un azzardo.
Una riflessione lucida e necessaria su un tema oggi più che mai attuale, quello della gestione delle emergenze nel nostro Paese e del ruolo della Protezione civile, che riporta l’attenzione su uno scenario destinato, nonostante la politica delle buone intenzioni, a ripetersi in forme sempre uguali e poco attente all’interesse della comunità
Franco Gabrielli
Nato a Viareggio nel 1960. Attualmente Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Nella sua carriera ha ricoperto incarichi di vertice nel mondo della security, della safety e dell’intelligence. Entrato nella Polizia di Stato nell’85, si è distinto per meriti straordinari arrivando a ricoprire, nel 2005, la posizione di direttore del Servizio centrale antiterrorismo e nel 2006 di direttore del Sisde. Nel 2009, il Consiglio dei ministri lo nomina prefetto de L’Aquila e vicecommissario vicario per l’emergenza terremoto. In quella veste, gestirà anche la sicurezza del Vertice G8. Nel novembre 2010, assume l’incarico di capo dipartimento della Protezione civile e si occupa delle emergenze legate al sisma nella pianura padana del 2012 nonché, in qualità di commissario delegato dal Governo, delle operazioni per il recupero e la messa in sicurezza della Costa Concordia. Nel 2015 è nominato prefetto di Roma e nel 2016 capo della Polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza.
7 giugno
Martedì 7 giugno ore 16.30 nel teatro dell’Opera Ito Ruscigni presenta il libro: “La caverna Bertran. Simboli e miti dei liguri preistorici” (Lo Studiolo), di Angelo Saglietto (SOFO). Interviene il prof. Giuseppe Conte. Partecipano Matteo Orengo, sindaco di Badalucco e Stefano Costa, funzionario archeologo della Soprintendenza ligure.
La caverna Bertran. Simboli e miti dei liguri preistorici
Partendo dal ritrovamento di un antico sito archeologico nel territorio del Ponente ligure, l’autore offre una interpretazione esoterica dei simboli e del linguaggio degli antichi Liguri, popolo d’origine atlantidea o iperborea. Il Re Cycnus, le sue insegne, la sua tomba vengono illustrate in modo di passare dal particolare all’universale secondo una dottrina che si rifà alla tradizione primordiale. Interventi del curatore Ito Ruscigni e prefazione di Marco Vannini.
11 giugno
Sabato 11 giugno al Teatro dell’Opera, ore 17.00, cerimonia del premio letterario internazionale “Casinò di Sanremo Antonio Semeria”. Verrà consegnato il premio alla carriera al prof. Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca. Premiazione delle sezione Inediti.