Riceviamo e pubblichiamo di seguito il comunicato stampa della consigliere comunale di Bordighera, Mara Lorenzi.
“Desideriamo con questo comunicato denunciare il modo ingannevole con cui il sindaco di Bordighera, dott. Vittorio Ingenito, ha formulato il comunicato stampa del 14 febbraio omettendo di informare che il nuovo parere del Ministero, ora positivo sul progetto del Lungomare, era in risposta ad un progetto revisionato che il Comune aveva sottoposto al Ministero il 26 gennaio 2023.
Poco è importato al sindaco di trasformare il Ministero in un ente schizofrenico che faceva retromarcia sulle sue decisioni di un mese prima, di dare alle testate giornalistiche informazioni incomplete, e di inquinare l’informazione ai cittadini. L’importante era, ancora una volta, cercare di dimostrare l’infallibilità della sua amministrazione e reiterare il suo rancore contro chi con buone ragioni occasionalmente la contesta.
Ma leggiamo i comunicati del sindaco con attenzione. L’affermazione che gli uffici competenti di Ministero e Regione avrebbero ritenuto il progetto “migliorativo delle condizioni attuali degli esemplari di Araucaria” era stata un campanello d’allarme in quanto assolutamente non realistica per chi aveva studiato il progetto: in quel progetto c’erano solo gravi pericoli per le Araucarie monumentali, non c’era nulla di migliorativo. Come infatti scritto nell’atto di diniego del Ministero del 3 gennaio. Qualcosa doveva essere successo tra il 3 gennaio e il 14 febbraio per giustificare il cambiamento di parere del Ministero, anche se non trapelava dal comunicato stampa del sindaco. Finalmente ieri l’accesso alla lettera del Ministero ricevuta dal Comune il 13 Febbraio ha risolto il mistero: il parere positivo si applica al progetto revisionato.
Non abbiamo ancora ricevuto il nuovo progetto pur avendolo richiesto agli uffici qualche giorno fa, ma da quanto si legge nel nuovo parere del Ministero la revisione del progetto appare sostanziosa:
- “non è più previsto alcun taglio di radici in quanto le modifiche al progetto non li rendono più necessari”; il progetto respinto prevedeva nel breve tratto di lungomare dal sottopasso del bar Eden al ristorante Marmura (ex Alcione), oltre 120 metri di scavi profondi 60 cm, che avrebbero reciso le radici delle dieci araucarie presenti;
- non sarà più modificato il profilo del terreno; il progetto respinto prevedeva la modifica del piano di campagna, con l’innalzamento delle aiuole in alcune zone anche oltre un metro di altezza, che avrebbe provocato l’asfissia delle radici superficiali e danni al colletto delle piante;
- dovranno essere realizzati interventi migliorativi del terreno, prima non previsti, con attrezzature idonee per garantire il rispetto delle radici esistenti;
- per fare la ciclabile non ci sarà più una gettata unica di cemento armato direttamente sul terreno come prevedeva il progetto respinto; ma nelle aiuole dove sono presenti araucarie, il percorso della ciclabile sarà sollevato areato per evitare il compattamento del terreno e l’asfissia radicale.
L’entità delle modifiche potrebbe rendere obsoleta la gara d’appalto in corso, il cui capitolato era basato su un progetto che non aveva avuto il beneficio della revisione e dei consigli del Ministero. Inoltre, le lavorazioni previste nel progetto revisionato richiederanno l’intervento di ditte specializzate con documentata esperienza in interventi di cura e salvaguardia su alberi monumentali, specificazioni che non erano incluse nei documenti della gara in corso.
I consiglieri di minoranza e le associazioni che hanno portato avanti la battaglia per tutelare le Araucarie da una progettazione poco rispettosa (prova ne è il respingimento del progetto originario da parte del Ministero) trovano incomprensibile il rancore con cui il sindaco ha recepito la loro azione. Per tutti (progettisti, sindaco, cittadini) l’atmosfera dovrebbe essere di compiacimento: la riqualificazione del lungomare avverrà attraverso un progetto e delle maestranze che garantiranno la tutela delle Araucarie monumentali. E anche di grande sollievo, perché avere l’autorizzazione del Ministero significa condividere con esso la responsabilità per l’esito degli interventi su un patrimonio prezioso”.