porto sanremo

Portosole e Porto Vecchio di Sanremo. Da oltre 20 anni ambasciatori di speranze, nuovi progetti, lavori da completare, miglioramenti dovuti e necessari che però non sbocciano, non arrivano mai. Nessun colpo di piccone, nessun fiocco rosa e neppure azzurro. Dal punto di vista pubblico soprattutto e sempre parole al vento. Discorsi diversi, invece, sul fronte privato. Se fossimo a Roma, in piazza San Pietro, dai fumaioli del Vaticano si sarebbero viste uscire solo tristi ed inaccettabili fumate nere. I secoli non si contano più, si bruciano, evaporano ad ogni batter di ciglia, ma il sacro ed il profano resistono, sempre presenti, cambiano volto, non la sostanza. Specie quando ci sono di mezzo pubbliche amministrazioni, decisioni importanti da prendere per la collettività, politica, business. Si sa quando inizia, ma non quando finirà, cavilli, aggiornamenti, aggiunte, tagli, cambiamenti, rinvii a raffica.

L’ennesimo esempio, fresco fresco, si è registrato stamane in Comune a Sanremo, nell’incontro tra l’amministrazione retta dal neo sindaco, l’avvocato Alessandro Mager (indipendenti-sinistra) e i rappresentanti del fondo inglese Reuben Brothers dei facoltosi fratelli Simon e David, titolari di Portosole e del Porto Vecchio, quest’ultimo acquistato qualche anno fa dall’industriale Walter Lagorio, si dice per 13 milioni di euro. Sul tavolo di Palazzo Bellevue la presentazione delle modifiche del restyling proprio del Vecchio Porto, approvato negli anni scorsi dalla precedente amministrazione retta allora dal sindaco Alberto Biancheri al progetto Lagorio, ritenute importanti e necessarie non solo dai nuovi proprietari inglesi, ma anche da numerosi titolari di attività commerciali, bar, ristoranti, pizzerie, pescatori di professione. Tutti gli standard che le varie associazioni presenti chiedono unitamente a residenti e turisti della centralissima zona fronte mare.

Numerosi i non facili nodi da sciogliere, gli interessati sono tanti, forse troppi, e lo spazio, le superfici mare-terra potrebbero non bastare per accoglierli, accontentare tutti. A cominciare dai legittimi rilievi avanzati da due storiche attività matuziane, la Canottieri e lo Yacht Club di Sanremo, fucina ed orgoglio di numerosissimi atleti e sportivi con medaglie, canottieri, kayak, velisti oltre il settore nuoto di Sanremo. Due strutture all’avanguardia, con maestri titolati, attrezzature, personale di prim’ordine, ristoranti, terrazze. Presidenti due nomi noti nel settore sportivo, appassionati di mare e di vela: Beppe Zaoli (Yacht Club) e Sergio Tommasini (Canottieri). Il Fondo Reuben, rappresentato nella città del Festival della Canzone Italiana dal direttore Luca D’ambrosi, l’uomo del miracolo del porto turistico di Varazze, insieme a tecnici di prim’ordine, stamane hanno relazionato a lungo al sindaco, assessori, consiglieri, maggioranza, opposizione. Soprattutto sulle richieste avanzate proprio da Zaoli, Tommasini, sul cambiamento della loro attuale zona di lavoro riservata e su quella alle barche dei pescatori che, ogni giorno e notte, entrano ed escono dal porto per gettare le reti, tornare a terra, vendere il pescato.

La zona e lo specchio di mare del Porto Vecchio si sviluppa su un’area non vastissima, di circa 83mila metri quadrati, vi si possono attraccare circa 500 imbarcazioni. Il restyling, gli interventi che dovevano essere fatti dal “progetto Lagorio”, approvato ed oggi di proprietà dei fratelli Reuben, si aggira sui 56 milioni di euro. In cambio una interessante concessione di 65 anni (?), valore 630-650 milioni (?). Senza dubbio un incontro interessante, anche se tenuto al momento assai riservato in barba alle mille dichiarazioni di tutti in campagna elettorale: se eletti finalmente “il Comune diventerà sul serio un Palazzo di Vetro”. Trasparente, i cittadini sapranno tutto, in diretta, cosa succede.

Di certo al momento si sa che i lavori per il Porto Vecchio, quest’anno, sarà difficile inizino perché quando c’è un project financing, approvato dal Comune in fase di costruzione, può essere modificato, ampliato, ristretto, solo se si arriva ad un accordo unilaterale sulla base di una “adeguata istruttoria e motivazione”. In altre parole, nuovi disegni, carte, progetti, analisi, mesi, anni che volano, problemi inattesi, avvocati, ingegneri, rinvii a raffica di 1, 2 anni, forse 4?, spese che aumentano.

Tra i cittadini crescono sconforto, disagi, domande. Perché si chiedono, per esempio, non sono stati fatti tutti quei lavori che erano stati garantiti, già da babbo morto, da Portosole, Porto Vecchio come la rotonda a San Martino, maxi parcheggi, apertura di Via Vesco ed altri opere necessarie come l’aria che si respira per migliorare il traffico, la vita quotidiana di tutti, sanremesi, ospiti, turisti?

Chi vuole investire a Sanremo, più economicamente potenti, prima di fare il dovuto e contrattualizzato, mettono sempre nuova carne al fuoco, propongono nuovi lavori, progetti sicuramente belli come una superficie per elicotteri, tanto per rispolverare un’idea che ha ormai più di 30 anni avanzati dall’allora assessore Cavalli.

Dulcis in fundo corre voce che nessuno dei Reuben abbia mai incontrato in tutti questi mesi anche i titolari di attività economiche importanti che si affacciano sui due loro porti, a cominciare dallo Yacht Club e dalla Canottieri, mai contattati, sentito cosa pensano, vorrebbero, consigliano in base alle proprie esperienze. Se fosse vero, c’è da preoccuparsi.