vincenzo lanteri

“Poiché nel diritto amministrativo, la forma è anche sostanza, ho voluto aspettare la pubblicazione degli atti nell’Albo Pretorio, nel pieno rispetto della normativa vigente”, esordisce il sindaco di Pompeiana, Vincenzo Lanteri, in merito alla revoca del suo vicesindaco Manuela Giraudo.

“Cosa avrei fatto se il risultato delle regionali fosse stato diverso? Rispondo che avrei fatto esattamente la stessa cosa perché la coerenza per me è una delle virtù più qualificanti ed è, semplicemente, una questione di serietà”, prosegue Lanteri. “Infatti decisioni di tale portata non sono prese a cuor leggero né per mera partigianeria, bensì nell’ottica del mantenimento di equilibri di carattere generale. Volendo entrare nel merito ciò che mi preme sottolineare è che la nostra, com’è noto, è un’amministrazione civica che va, quindi, al di là delle preferenze e degli orientamenti personali che, com’è doveroso, attengono alla sfera privata delle scelte individuali. Tant’è vero che la prof.ssa Giraudo ne fa parte e, fino a qualche giorno fa, ricopriva un ruolo molto importante, pur essendo non solo simpatizzante, bensì membro effettivo di organi ufficiali del PD. Finché l’appartenenza resta un fatto personale e ‘sotto traccia’, può andar bene e non c’è, di fatto, incompatibilità alcuna con la natura civica dell’amministrazione nel suo complesso. Cosa ben diversa è se individualmente e, per altro, in totale silenzio e senza un minimo confronto con il sindaco né, tanto meno, con il gruppo, non fosse altro che per mera informazione, si decide di afferrare il ‘vessillo’ di un partito e di ‘sventolarlo’ ai quattro venti”.

“Da quel momento in poi la natura civica dell’amministrazione nel suo complesso è messa fortemente in dubbio e, a mio parere, si pone un problema politico grosso come un macigno”, sottolinea il primo cittadino. “Almeno questo è il mio pensiero, tanto più se, inevitabilmente e ufficialmente, ti ritrovi lanciata in una campagna elettorale molto accesa ed intensa che ti porta a rilasciare dichiarazioni di parte e fortemente critiche nei confronti della parte politica avversaria. Essere ‘civici’ è esattamente l’opposto, perché significa trasversalità, neutralità, essere super partes. Ebbene tutto questo è destinato a svanire con una candidatura così rilevante come quella regionale che ha un notevole peso politico specifico. Questo è il mio pensiero e queste sono le ragioni che mi hanno portato a fare una scelta così drastica, per altro non facile, specialmente sotto il profilo umano. Per quanto riguarda le altre motivazioni all’origine della mia decisione, già ben elencate ed esplicitate nel provvedimento, farei questo tipo di sintesi. La prof.ssa Giraudo è una persona molto intelligente e capace, ma è anche dotata di una forte personalità che, a volte, le prende la mano e la spinge a sconfinare dal ruolo di coadiutore o di collaboratore. In sostanza, voglio dire, che come tutte le forti personalità nutre in sé una forte spinta ad essere protagonista principale nelle situazioni e, su questo non avrei nulla da eccepire se non fosse che qualche volta questa spinta rende difficile la convivenza e la collaborazione serena e costruttiva con un’altra leadership. Non è un difetto, non è una colpa, bensì, semplicemente, una peculiarità soggettiva che ci identifica sul piano individuale. La veridicità di questo concetto appare, per altro, ben confermata dalla energica presa di posizione della Giraudo che, come prevedibile, parla addirittura di tentativo di intimidazione!? Mancava solo che mi affibbiasse l’etichetta di fascista e poi il glossario tipico di una certa parte politica sarebbe stato pressoché completo. In virtù di questa sua caratteristica, a mio parere, la prof.ssa Giraudo ha tutte le carte in regola per porsi alla guida di una propria lista alle prossime elezioni amministrative nella primavera del 2026”.

“Concludo dicendo che mi fa molto piacere che la prof.ssa Giraudo abbia deciso di proseguire, con determinazione e passione, nel suo compito di consigliere, ma, faccio sommessamente rilevare che questo, solitamente, lo facciamo più o meno tutti considerato che è il minimo che ci deriva dai doveri impliciti nel ruolo che siamo stati chiamati a rivestire per il bene del Paese. Io, d’altra parte, continuerò, serenamente, il mio compito di sindaco come ho fatto fino ad oggi, attraverso una presenza pressoché quotidiana in Comune e sul territorio”, termina Lanteri.