“Piove, governo ladro”. Quante volte, a torto o a ragione, abbiamo sentito ripetere questo lessico popolare quando le cose vanno male. A Sanremo da 15 giorni questa frase è sulla bocca di molti. Da due settimane, infatti, “piove” sul Casinò. Da 15 giorni molti dipendenti della casa da gioco matuziana stanno scioperando. Da due settimane non prendono lo stipendio. La tensione è altissima. Oggi pomeriggio, nell’incontro con il Cda del Casinò tra i dipendenti in stato di agitazione, ed i rispettivi sindacati (Cgil, Cisl, Ugl, Uil) da una parte e, dall’altra, il presidente della casa da gioco, avvocato Adriano Battistotti, un membro del cda, il dott. Giancarlo Ghinamo, il direttore giochi Spelta, il responsabile Risorse umane, dottoressa Alberta Alberti, di Verona, neo assunta, invece di un accordo, del cessate il fuoco, sono volate parole grosse.
“Ci siamo sentiti presi in giro – hanno dichiarato parecchi dipendenti nell’abbandonare prematuramente l’incontro – ci hanno convocato per le 12 quando molti di noi devono presentarsi al lavoro alle 14”. Alla base dello scontro, pesantissimo e che sta dividendo la città, l’intenzione del Cda, nell’esaminare spese e ricavi, di eliminare le roulette. Non rendono. Chiudere le sale della roulette. Nessun licenziamento, istituire per i dipendenti di quel settore una “banca ore” che sarà usata secondo le necessità di altre sale. La novità non è piaciuta a moltissimi dipendenti. “Le roulette sono il simbolo dei Casinò – sostengono – senza di loro diventeremo una semplice sala gioco. Perderemo la nostra storia, non saremmo più una meta che tutti, almeno una volta nella vita, sognano di poter frequentare. Se si cancella la roulette dal Casinò si fa un sacrilegio, uno sgarbo alla cultura, alla letteratura, agli sfarzi, all’economia della città, al mondo della Belle Epoque”.
Secondo Valerio Nurra (storico sindacalista della Cgil) se continueranno a restare chiuse le sale della roulette il turismo sanremese, soprattutto in questo periodo pre e Natalizio, ci perderà parecchio. Si parla di milioni di euro. Non è un mistero che la fortuna dei matuziani sia legata alla casa da gioco. I dipendenti oggi si aspettavano dal Cda una tregua. In sintesi un documento dove Battistotti & Company, visto che tra le parti erano riprese le trattative, congelassero il braccio di ferro per 2 mesi. I dipendenti in sciopero riprendevano immediatamente il lavoro. A metà o a fine gennaio riaprire il tavolo delle trattative ed arrivare ad una soluzione giusta. Bilanciata, positiva per croupier, dipendenti, Cda, turismo. Domattina alle 10, alla Federazione Operaia si terrà un’assemblea dei dipendenti del Casinò per decidere sul da farsi. I sindacati sembrano propensi a rispettare le decisioni della maggioranza. Guerra o pace? Il buon senso direbbe stop a “Piove, governo ladro”. Che il Casinò zoppichi non è una novità, che abbia bisogno di teste giuste, veri professionisti del settore, poche assunzioni mirate, anche. La strada è quella della professionalità, rispettare tutti senza furbate da nessuna parte. Un Natale, con buon senso ed intelligenza. È chiedere troppo?