Ieri, giovedì 22 giugno, presso la Federazione Operaia Sanremese si è tenuta la presentazione del libro “Dalla Pigna di Sanremo al mondo dei lavoratori” di Rodolfo Amadeo. Hanno partecipato all’evento anche Carla Nattero e Fulvio Fellegara.
Il signor Amadeo, che a luglio compirà 92 anni, appartiene a una famiglia di tradizioni anarchiche e comuniste; aderì nel 1946 alla CGIL come operaio e nel 1971 divenne funzionario del Partito Comunista Italiano. Svolgendo la propria attività tra Italia, Francia, Germania e Canada, Amadeo ha incontrato nella sua vita personaggi come Sandro Pertini e Giuliano Pajetta, è stato, inoltre, sindaco di Borgomaro, consigliere comunale di Sanremo e consigliere provinciale di Imperia.
Le parole di Rodolfo Amadeo
“In questo libro c’è la mia storia umana e politica. Sono nella CGIL a partire dal 1946, ad oggi si prova tanta rabbia per la situazione attuale che c’è nel nostro Paese e in Europa. Io sono figlio di un perseguitato politico, anarchico; sono nato nella città vecchia da genitori anziani e ho conosciuto la miseria. Solo dopo il 43 i miei genitori mi hanno detto realmente cosa erano e cosa facevano”, ha esordito ai nostri microfoni Amadeo.
Lei è stato anche un funzionario del Partito Comunista Italiano, un partito che non esiste più, c’è una sinistra oggi in Italia? “Più che sinistra ritengo che sia dei sinistri, molti sono dei voltagabbana che non riescono a trasmettere le idee alle nuove generazioni, questo è il grosso problema, perché la perdita del Partito Comunista Italiano è stata la perdita del più grande contributo politico e democratico che poteva esserci in Italia”, risponde.
Cosa vorrebbe dire ai giovani di sinistra di oggi, ai giovani attivisti? “Prima di tutto che devono essere degli attori e non degli spettatori, che il futuro se lo devono conquistare con l’attività e la capacità”, conclude.
L’intervista completa a Rodolfo Amadeo nel video-servizio a inizio articolo.