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I listini dei carburanti sono ormai fuori controllo, gli aumenti spingono rapidamente verso un assurdo 2,5 euro al litro, e lo Stato tace, anzi parla ma non provvede. Uno Stato che non tutela e non protegge i suoi cittadini non rispetta il giuramento di fedeltà e quello di esercitare le sue funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione, intesa come popolo.

Molto prima dello scoppio della guerra in Ucraina, e quindi senza quel prezioso alibi, tutti gli analisti si dicevano molto preoccupati dai segnali che l’inverno avrebbe portato aumenti pesanti per tutto il comparto energetico: in particolare luce e gas avrebbero subìto incrementi tali da mettere in ginocchio più di una filiera produttiva, con ripercussioni spesso insopportabili per le famiglie a medio-basso reddito.

Tutti lo sapevano ma il nostro Stato non è stato capace di anticipare la stangata adottando le giuste contromisure ed ora le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Il caro carburanti è la spallata che sta facendo barcollare tutta la nostra fragile economia e intanto la politica, come l’orchestra sul Titanic ormai invaso dall’acqua, continua a far suonare le sue campane, approfittando della confusione mista a paura, causata prima dal Covid e poi dalla minaccia di una possibile terza guerra mondiale.

Tutti ne stanno facendo le spese tranne la casta sempre più lontana dalla realtà. Questa mattina i proprietari dei pescherecci dei porti di Bordighera, Sanremo e Imperia si sono dati appuntamento sul molo lungo del porto sanremese per denunciare una situazione ormai non più sostenibile: dopo la battaglia per ora persa con la UE sui giorni di fermo, adesso la mazzata decisiva dell’aumento del gasolio nautico, così alto che ai pescatori di professione non conviene più uscire in mare.

Lara Servetti di Legacoop Liguria, ha tenuto le redini della protesta: “L’aumento insopportabile del prezzo del gasolio nautico è il colpo decisivo per la filiera della pesca. I pescatori di professione già devono subire le imposizioni della Comunità Europea sui giorni di fermo che continuano a crescere e nella fattispecie mettono a forte rischio la pesca del gambero rosso, eccellenza di questi fondali, che troveremo a prezzi sempre più alti sia in pescheria che sulle tavole dei ristoranti”.

Imposizioni UE e caro gasolio, aumentato di almeno il 70% e solo per adesso, stanno facendo emergere ragionamenti estremi tra i pescatori, pronti ad abbandonare le loro storiche attività senza che lo Stato riesca a garantire il loro sacrosanto e costituzionale diritto al lavoro.

Nel video-servizio a inizio articolo le dichiarazioni di Lara Servetti e dei rappresentanti dei pescatori di Imperia, Sanremo e Bordighera.