“Da Liverpool a Manchester passando per Torino e Milano, il mondo è pieno di testimonianze reali, tangibili e visibili di quanto l’archeologia industriale non sia una una follia, ma una splendida, e spesso redditizia realtà e possibilità reale di turismo. A Imperia, invece, ci si ostina in una visione turistica miope e retrograda, mai prospettica, che continua a immaginare futuro quello che in altri luoghi è diventato ormai un passato triste e sterile: i centri commerciali”, commenta il PD città di Imperia.
“Agglomerati commerciali – continua – che altrove sopravvivono a stento o addirittura sono stati abbandonati per diventare spettrali ammonimenti del tracollo di un mondo di “fin de siecle” definitivamente archiviato. A Imperia, no: in direzione ostinata e contraria, senza una visione di insieme e forse senza una prospettiva turistica reale svendiamo l’ennesimo brandello storico della città per costruire un centro commerciale il cui unico fine sarà quello di decretare la fine di quelle attività commerciali, soprattutto le piccole realtà di vicinato, già esistenti che talvolta vivono situazioni non floride soprattutto in una fase economica di uscita dal duro periodo di pandemia”.
“E per fare questo si abbatte un simbolo di un passato fecondo e florido: la ciminiera centrale delle Ferriere che altrove, restaurata e valorizzata, come peraltro ipotizzato dal prof. Napoli del Politecnico di Torino in occasione del sopralluogo svoltosi a marzo 2021, sarebbe integrata in una nuova realtà e diventerebbe essa stessa motivo di richiamo turistico: vendere esperienze, anziché magliette da 10 euro, sembra i fatti essere il trend del momento. Ma tant’è, a noi piace guardare indietro sì, ma la storia no. Un indietro senza esagerare, insomma. Forse perché la storia ci ricorda tempi in cui la città era florida, opulenta, attiva e propositiva e quel confronto ci fa male. Meglio sonnecchiare nelle nebbie di un futuro incerto tra una serranda che si alza e dieci che si abbassano (basta recarsi nel centro cittadino per rendersene conto), sperando che gli imperiesi non se ne avvedano perché distratti a guardare all’insù mezz’ora di evoluzioni di una macchina volante di dannunziana memoria (ma D’Annunzio le magliette da 10 euro compra-usa-getta non le metteva) che certamente non crea turismo, quel turismo del quale la città avrebbe bisogno e che 4 anni fa era uno degli slogan elettorali”, conclude il PD.