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In occasione della Pasqua, Essere Animali, Animal Welfare Foundation, Animals’ Angels ed ENPA sono tornati sulle autostrade italiane per effettuare il monitoraggio dei camion carichi di ovini diretti ai macelli di Toscana, Lazio e Puglia. 

In questo periodo i trasporti di agnelli verso l’Italia si intensificano per soddisfare la domanda di carne. Gli animali provengono soprattutto dai paesi dell’Europa orientale, ma non solo. Quest’anno il principale esportatore in Italia, la Romania, ha bloccato i trasporti a causa della peste ovina e per questo motivo le attività delle associazioni si sono concentrate sul confine di Ventimiglia, all’altezza della città di Frejus, da cui transitano i camion provenienti da Francia e Spagna, due dei principali esportatori di pecore e agnelli verso l’Italia. 

Negli ultimi giorni invece le associazioni hanno presidiato anche i valichi di frontiera Fernetti e a Gorizia, al confine con la Slovenia, da cui provengono gli agnelli allevati nell’Est Europa, in particolare in Ungheria, Slovacchia e Polonia.

Tra il 7 e il 17 aprile gli investigatori hanno monitorato in tutto 20 camion: solo in 2 casi sono intervenute le forze dell’ordine sollecitate dalle associazioni e in entrambi sono state riscontrate violazioni. In un terzo ed eclatante caso nessuna forza di polizia e ASL è intervenuta lungo i 700 km percorsi, fino all’arrivo del camion al macello. 

Tre pecore e quattro agnellini morti a causa dei viaggi sulle nostre autostrade 

Fin dal primo giorno le associazioni hanno documentato il caso di un autoarticolato spagnolo con a bordo circa 300 pecore “a fine carriera” diretto a un macello in provincia di Viterbo. 

Il camion presentava diverse criticità, rilevate dalla polizia stradale e dai veterinari dell’ASL3 di Genova: le pecore non avevano potuto dissetarsi durante il viaggio a causa del malfunzionamento del sistema di abbeveraggio, in violazione delle norme sul trasporto a lunga distanza. 

A causa dell’elevata densità, gli animali erano tutti in piedi, pressati gli uni contro gli altri, senza la possibilità di muoversi liberamente, né di sdraiarsi per riposare. Le poche pecore sdraiate venivano calpestate. Mancava anche sufficiente spazio sopra la loro testa affinché fosse garantita un’adeguata ventilazione. In aggiunta, i veterinari hanno accertato la presenza di animali feriti e di poca lettiera, al punto che alcuni animali giacevano direttamente sul ripiano in metallo. Il camion è stato dichiarato inadatto a proseguire il viaggio perché non in grado di garantire il benessere degli animali e per questo motivo gli ovini sono stati scaricati in un posto di controllo dove, purtroppo, secondo notizie apprese da un veterinario intervenuto sul posto, tre pecore sono state soppresse perché in condizioni troppo gravi per proseguire il viaggio. 

Il camion è stato sanzionato ma solo per il sistema di abbeveraggio. I veterinari hanno riconosciuto che le violazioni erano diverse, ma non sono state elevate le sanzioni corrispondenti, una mancanza grave che spesso purtroppo comporta la reiterazione delle violazioni da parte dei trasportatori. È fondamentale segnalare alle autorità spagnole ed europee l’inadeguatezza di questi carichi su lunga distanza, che infliggono agli animali ulteriori e inutili sofferenze. 

Il monitoraggio in Liguria da parte delle associazioni animaliste ha permesso di individuare anche un altro caso problematico relativo questa volta a un carico di agnellini

Un camion proveniente da Rhodes (Francia), con a bordo circa 400 agnelli, si è fermato per la sosta obbligatoria di 24 ore presso una stalla autorizzata a Piacenza, prima di continuare il trasporto verso il sud Italia e poi via mare col traghetto per la Grecia.

Arrivati a Piacenza, gli animali hanno dovuto attendere per ben tre ore prima di essere scaricati e, fatto ancora più grave, durante lo scarico un agnello che non si reggeva in piedi e aveva evidente bisogno di cure veterinarie è stato lasciato per terra accanto al camion con una ciotola d’acqua. L’animale è stato lasciato lì da solo, senza cure, al freddo e sotto la pioggia, incustodito e persino esposto a possibili predatori anziché in un ricovero protetto ed essere visitato da un veterinario. L’agnellino ha trascorso la notte all’esterno, esposto al freddo e alle intemperie, senza che le associazioni potessero fare nulla per raggiungerlo e aiutarlo. Dopo 17 ore circa è morto in una lenta agonia. 

Secondo quanto riferito dai veterinari, anche un’altra agnellina è morta durante la sosta obbligatoria.  

Un terzo caso avvenuto proprio tra il 16 e il 17 aprile questa volta al confine sloveno ha portato alla morte di altri due agnellini, che risultavano già deceduti nel camion. Le associazioni hanno segnalato il trasporto a tutte le autorità lungo un percorso di 700 km ma nessuna forza di polizia è intervenuta. Gli animali sono stati scaricati dopo 5 ore di attesa al macello nella notte e i veterinari non hanno potuto che constatare la morte di almeno due animali.  

I rischi sanitari dei trasporti dall’Est Europa 

Il 13 aprile le associazioni hanno raggiunto il confine con la Slovenia. Attualmente l’Est Europa è colpito dalla peste dei piccoli ruminanti e dall’afta epizootica e per motivi di biosicurezza è stato allestito un check point di polizia ed esercito presso le dogane friulane di Fernetti e Gorizia, con lo scopo di sanificare tutti i mezzi che trasportano animali in entrata in Italia. 

Gli investigatori hanno assistito alla sanificazione dei camion, che consiste nell’applicazione manuale di disinfettante sulle gomme dei mezzi da parte di militari con tuta di protezione. Le immagini raccolte dalle associazioni mostrano tuttavia che diversi mezzi non vengono fermati e sanificati, ma vengono lasciati proseguire indisturbati in territorio italiano, aumentando così il rischio che questa malattia si diffonda anche nel nostro Paese e vanificando le misure di prevenzione di diffusione delle malattie.

Si tratta di un elemento di particolare gravità in quanto, come evidenziato da recenti studi proprio su ovini e bovini e indicato anche nei considerata del regolamento europeo 1/2005, il trasporto di animali vivi tra un Paese e l’altro favorisce la diffusione di epidemie e malattie zoonotiche proprio a causa del continuo spostamento di animali in grado di diffondere il contagio. Anche per questo motivo la Commissione UE ha inserito nella proposta di revisione della normativa il passaggio a un trasporto di carne e carcasse e la Corte dei Conti UE ha indicato questa transizione come un cambiamento fondamentale per ridurre l’impatto sanitario, animale e ambientale del trasporto di animali vivi. 

Alle problematiche sanitarie si aggiunge la mancanza di controlli efficaci e puntuali sulle condizioni degli animali. Invece di sospendere il trasporto da paesi colpiti da queste malattie, si ritiene che disinfettare le ruote dei camion basti a prevenire il contagio da parte degli animali a bordo. I controlli previsti dalla legge, già di per sé insufficienti, sono ulteriormente sacrificati con il pretesto di non dover far fermare i camion durante il transito per evitare così la diffusione di malattie. Così facendo tuttavia gli animali sono costretti a viaggiare per moltissime ore fino ai macelli senza potersi abbeverare o riposare adeguatamente. 

Urgente l’approvazione di una nuova normativa UE sui trasporti 

Questi controlli e le problematiche riscontrate sono le ennesime lacune dell’attuale legislazione UE sul trasporto di animali vivi entrata in vigore nel 2005, che deve essere urgentemente modificata. Negli scorsi anni, le associazioni avevano denunciato casi gravissimi, con agnellini abbattuti dai veterinari italiani direttamente sul camion per via delle enormi sofferenze a cui erano stati sottoposti. 

Anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha dato indicazioni chiare sul trasporto in un parere scientifico dedicato: serve aumentare gli spazi a disposizione degli animali, non esporli a intemperie e temperature estreme (soprattutto nel periodo estivo) e soprattutto ridurre drasticamente le ore di viaggio, di fatto sconsigliando i trasporti su lunga distanza. 

Secondo la Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe Zootecnica, a Pasqua 2024 sono stati macellati in Italia oltre 328mila agnelli, per un totale di 1,5 milioni in tutto il 2024. Di questi, 470mila provengono da Ungheria e Romania, mentre 191mila vengono invece trasportati da Spagna e Francia. Si tratta di viaggi su lunga distanza, che durano anche 24-30 ore e che purtroppo provocano agli animali un’ulteriore lunga sofferenza prima di arrivare al macello. 

A inizio aprile, Essere Animali, Animals’ Angels, Animal Welfare Foundation ed ENPA hanno inviato una comunicazione alle autorità italiane chiedendo non solo di intensificare i controlli sui rischi sanitari, ma anche i controlli sul benessere animale, emanando una nota che istruisse le autorità competenti su quali sono i maggiori rischi che gli agnelli corrono durante il trasporto e a cui dare prioritá durante le verifiche. La nota non è stata emanata. La scelta di non richiedere l’intensificazione dei controlli sul benessere degli animali degli agnelli prima della Pasqua, diversamente da quanto fatto dal Ministero della Salute negli anni precedenti, costituisce un chiaro sintomo di perdita di importanza e mancanza di priorità del benessere animale, vanificando anche i controlli stessi e la raccolta dati e informazioni sulle problematiche sanitarie e di benessere animale. 

“Ogni anno documentiamo i trasporti di agnelli e ovini sulle nostre autostrade, che sono sotto gli occhi di tutti noi. I casi critici non finiscono mai e sono gli animali a pagarne il prezzo più alto. Come associazioni chiediamo agli eurodeputati italiani e al nostro Governo di garantire una normativa europea più chiara, accurata scientificamente ed efficace e di supportare una revisione della normativa ambiziosa. Serve una riduzione drastica delle ore di trasporto, il divieto dei trasporti verso paesi extra UE e di quello su lunga distanza, oltre a maggiori protezioni per gli animali vulnerabili e la transizione verso altri metodi produttivi. A Bruxelles abbiamo un’occasione storica per mettere fine alle crudeltà dei trasporti e migliorare le leggi a tutela degli animali. Governo italiano e Parlamento europeo devono fare la propria parte come chiesto da milioni di cittadini italiani che hanno a cuore il benessere degli animali, anche di quelli allevati a scopo alimentare”, dichiarano Essere Animali, Animals’ Angels, Animal Welfare Foundation ed ENPA.