Un progetto da 47 milioni di euro per un parco eolico con sette pale alte 180 metri, distribuite tra i comuni di San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi e Andora. “Un’operazione che, seppur promossa in nome delle energie rinnovabili, incontra una forte opposizione da parte degli albergatori e degli operatori turistici della zona”, esordisce Assohotel Confesercenti del Golfo Dianese, in prima linea contro il progetto, che esprime un secco “no” all’iniziativa, sottolineando i rischi ambientali ed economici che comporterebbe.
“Non siamo contrari alle energie rinnovabili – afferma Leonardo Ceresi, presidente di Assohotel per la provincia di Imperia e il Golfo Dianese – ma questo progetto ha un impatto devastante sul nostro territorio. La nostra zona ha investito molto nel turismo sostenibile, con percorsi bike e trekking che attraggono migliaia di visitatori ogni anno. La costruzione dell’impianto eolico comprometterebbe la nostra offerta turistica, deturpando paesaggi unici e riducendo l’appeal del nostro entroterra”.
L’installazione delle turbine richiederebbe interventi invasivi, come il disboscamento degli uliveti e l’allargamento delle strade di campagna per il trasporto delle enormi strutture. A ciò si aggiunge il problema della perforazione del suolo, necessaria per la messa in sicurezza degli aerogeneratori, con possibili ripercussioni sulle falde acquifere locali.
Il sindaco di Andora, Mauro Demichelis, ha già manifestato la propria contrarietà al progetto, sottolineando la necessità di investimenti più mirati e in linea con le caratteristiche del territorio. “La vera economia green – ha dichiarato Demichelis – è quella che tutela e valorizza le risorse naturali e il turismo. Dobbiamo puntare su interventi che migliorino l’accessibilità della nostra zona e incentivino il turismo sostenibile, non su opere che ne mettono a rischio il futuro”.
Il progetto, presentato dalla società Tozzi Green con il nome di “Impianto eolico Monte Chiappa”, è stato depositato in Regione Liguria lo scorso 13 gennaio e prevede l’installazione degli aerogeneratori lungo una dorsale che si estende dal Pizzo d’Evigno fino ai promontori di Capo Cervo e Capo Mimosa.
Gli albergatori e gli operatori turistici associati della zona ribadiscono la loro opposizione e chiedono alle istituzioni di valutare soluzioni alternative che rispettino l’identità del territorio e il suo tessuto economico. Il Golfo Dianese ha già scelto la propria strada: turismo sostenibile, valorizzazione delle tradizioni e rispetto dell’ambiente. La battaglia è appena iniziata, ma la voce del territorio e di Asshotel Confesercenti è chiara: “No all’impianto eolico, sì a un futuro davvero sostenibile”.