Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa di Confcommercio Golfo Dianese a firma del suo presidente Paolo Saglietto.
“Progresso non vuol dire distruzione: è lecito distruggere l’ambiente in nome del rispetto dell’ambiente?
In questo ultimo periodo abbiamo tutti letto e/o ascoltato qualcosa riguardo alla presentazione di un progetto per la realizzazione di sette pale eoliche nel primo entroterra del Golfo Dianese, interessando direttamente i comuni di San Bartolomeo al Mare, Cervo e Villa Faraldi.
Le sette pale eoliche previste dal progetto della ditta “Tozzi Green” hanno un’altezza di circa 180 metri (un grattacielo di circa 60 piani! Tre grattacieli di Imperia, uno sopra l’altro, considerando che i due grattacieli più alti d’Italia misurano 209 metri!). Le pale hanno un impatto visivo decisamente importante e, soprattutto, per la loro installazione sono previsti lavori di edilizia, trasporto, costruzione, scavi e movimentazione terra decisamente rilevanti e, probabilmente, troppo invasivi per il nostro territorio.
Basti pensare che, a titolo esemplificativo, dovrebbero essere aperti dei varchi (strade sterrate e/o parzialmente stabilizzate) larghi fino a 8 metri, con un raggio di curvatura che potrebbe toccare anche i 100 metri! Attraversando Chiappa, da levante a ponente, queste strade dovrebbero raggiungere i siti individuati per il posizionamento delle pale eoliche; per questo motivo, anche il comune di Andora è coinvolto.
Dal punto di vista edilizio, ogni pala è ancorata a una soletta in calcestruzzo dal diametro di circa 20 metri e spessa circa 3 metri.
È superfluo sottolineare l’impatto generale che quest’opera potrebbe avere sul nostro territorio:
- Dal punto di vista ambientale, il territorio collinare tra San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi e Cervo è custode della nostra storia, del nostro passato, della nostra architettura, della nostra biodiversità ambientale, della nostra archeologia, del nostro territorio TOTALMENTE a vocazione turistica, della nostra arte e delle nostre eccellenze. È un territorio per lo più protetto e difeso da importanti vincoli, abitato anche in zone lontane dai centri abitati e meta ambita per un prezioso segmento del nostro mercato turistico, prevalentemente straniero.
- Da un lato puramente visivo, le pale eoliche proposte sono così enormi che modificherebbero non solo lo skyline del Golfo Dianese, ma, come mostrato dal rendering della ditta stessa (che alleghiamo alla presente), addirittura il panorama collinare di Laigueglia, Alassio, Albenga, ecc.
- È un’area sulla quale tutti stiamo puntando, grazie al nostro clima e alla possibilità di una nuova offerta turistica legata all’OUTDOOR, costantemente in crescita, che potrà aiutare e favorire un turismo “green” tutto l’anno.
- I lavori di costruzione e messa in opera delle pale sarebbero così imponenti e distruttivi da modificare sensibilmente la morfologia delle nostre colline, che verrebbero prima deturpate e poi cementificate.
Infine, è doveroso sottolineare che nella nostra “colonna dei PRO” NON possiamo certo annotare il fatto che l’energia prodotta arricchirebbe il territorio o, almeno, ridurrebbe sensibilmente i costi energetici delle nostre imprese. Infatti, l’energia prodotta nel Golfo Dianese NON avrebbe alcuna ricaduta economica sul nostro territorio né su quelli limitrofi.
Non bisogna nemmeno farsi ammaliare da possibili “indennizzi” in favore dei comuni coinvolti, così come pubblicato da alcuni quotidiani, poiché, in primis, la normativa NON impone alla ditta realizzatrice alcun indennizzo, ma lo prevede solo su base volontaria. Inoltre, le cifre di cui si parla sono solo stimate e quindi PRESUNTE, derivanti da una serie di incastri, dal mercato dell’energia particolarmente favorevole, da una quota solo stimata di energia venduta e da una serie di calcoli complessi.
Il Golfo Dianese, dalla costa alle colline, ha una totale vocazione turistica: è un territorio apprezzato per ciò che è e per ciò che offre; è un’istantanea che incanta i turisti, una fotografia che oggi propone un territorio unico che, così com’è, fa innamorare ma che, con questa operazione, è in pericolo.
Quindi, certamente SÌ alle rinnovabili, ma altrettanto NO alla cementificazione e alla distruzione di un territorio; NO ai profitti a danno dell’ambiente, soprattutto se fatti in nome dell’ambiente”.