Che da anni la sanità pubblica in Italia, compresa la Liguria, stia andando alla deriva e che, nell’estremo ponente della Riviera dei fiori, nella zona baricentrica di Taggia ci sia urgente bisogno di costruire il già troppo discusso ed atteso nuovo “Ospedale Unico Provinciale” di Imperia, è un dato di fatto. Lampante. “Glaring” direbbero gli inglesi. Soprattutto ora che l’Asl1 ha rotto gli indugi, ha compiuto il primo e fondamentale passo presentando, firmati dal direttore generale dottor Luca Filippo Maria Stucchi, non 1 ma ben 2 progetti del futuro, modernissimo, grande e tecnologico “Nosocomio provinciale”. Redatti da un pool di specialisti in base alle richieste ed ai bisogni del territorio, residenti e turisti, alle dovute necessità ed ottimali coperture medico-sanitarie a 360 gradi per i prossimi 20 anni, tutto analizzato ed indicato rigorosamente da luminari ed operatori del settore. La sanità pubblica, lo abbiamo detto, scritto mille volte e continueremo a farlo, deve essere un diritto di tutti. Al primo posto insieme a libertà, giustizia, lavoro, cultura, sicurezza.
Dopo Stucchi oggi ecco l’intervista al sindaco di Taggia, l’architetto Mario Conio. Il momento è favorevole per realizzare l’importante, fondamentale e necessaria infrastruttura che, secondo previsioni, costerà 400-450 milioni di euro. L’Inail da tempo ne ha già stanziati 314. Recentemente li avrebbe aumentati a 372 milioni di euro. Sarebbe davvero una follia, un peccato mortale, non approfittarne, perderli. Poi perché? Svegliarsi una mattina ed apprendere che l’Inail, stanca di aspettare, ha dirottato i 372 milioni ad un’altra Regione più pronta ad afferrare la fortuna e risolvere i suoi problemi? Conio ne è ben consapevole. Nell’intervista spiega cosa la sua amministrazione dovrà fare: 1) Studio di fattibilità, scegliere insieme a Regione (presidente Toti), Asl1 (Stucchi) se costruire l’Ospedale uniblocco o quello con edifici separati; 2) adottare la variante urbanistica (che la Regione dovrà poi approvare); 3) procedere all’esproprio delle superfici e dei terreni necessari per realizzare questa modernissima “Cittadella della salute”. 300 circa sarebbero i proprietari interessati dagli espropri; 4) indire poi la gara europea per l’appalto-lavori. Tempi? Fine 2024. Inizio lavori 2025. Inaugurazione: entro il 2030. Per tutti i sindaci dei 66 Comuni della provincia di Imperia, l’Asl1 ed il suo presidente avvocato Stucchi, il presidente della Provincia, Claudio Scajola, il presidente della Regione, Giovanni Toti, per il sindaco di Taggia, Conio si tratta di una decisione sociale, culturale, di buona amministrazione pubblica davvero storica. Se accadrà, da incorniciare. Una cosa è certa: non sono più accettabili nuovi rinvii, scuse, impicci da parte di chicchessia, enti statali, pubblici amministratori, politici, partiti, sindacati, proprietari di terreni da espropriare, imprenditori, privati con progetti diversi, azzeccagarbugli.
Gli abitanti ed i turisti della provincia di Imperia non possono più accettare una sanità pubblica così azzoppata, un’Asl1 con ospedali e centri dove mancherebbero ben 160 medici per “garantire livelli essenziali di assistenza a fronte dei soli 350 in servizio”. Dove le liste d’attesa per colonscopie possono addirittura superare l’anno, 354 giorni invece dei 30 massimo previsti. Tempi biblici anche per risonanze magnetiche, tac ed altro. Assurdo che, nonostante richieste del medico curante per capire e formulare diagnosi migliori, forse un tumore, maligno, benigno, sempre più pazienti prima di conoscere i risultati siano costretti a mesi e mesi di ansie, domande, pensieri, attese terribili che tolgono il fiato, spezzano la vita.
È mai possibile che in Italia la sanità pubblica, le Asl non trovino medici da assumere regolarmente? Per questione di salari migliori, dignitosi, possibilità di carriera un numero sempre maggiore, appena può, preferisce diventare migrante, andare all’estero, nei Paesi Arabi, dove guadagnano anche 10 volte di più che in Italia. Il nuovo, grande, supertecnologico ospedale di Abu Dhabi, dove già lavorano molti medici e specialisti italiani, sta cercando, selezionando, assumendo nuovi medici e specialisti perché entro il 2030 ne ha bisogno di ben 44mila in più.
L’Asl1, spiace dirlo, come tante altre Asl del nostro Paese, invece, finisce spesso in tv, sui social, nelle cronache dei giornali per fatti spiacevoli. A cominciare dalle cooperative private a cui spesso è costretta a ricorrere spendendo di più che se assumesse direttamente e con ritorni e servizi pessimi. Da settimane la “mala sanità” imperiese occupa grandi spazi per fatti incredibili e gravi accaduti al Saint Charles di Bordighera, ospedale Asl1, direttore generale Stucchi, di proprietà del Comune, che tra meno di 3 mesi, dal 1 gennaio 2024 dovrebbe essere gestito dalla società privata GVM Care & Research. Qualche giorno fa, dietro denuncia dell’Ordine dei medici di Imperia, si è scoperto che una falsa dottoressa, Enrica Massone, 56 anni, di Torino, mai laureata, neppure diplomata, dopo aver presentato un’autocertificazione alla Coop Igea di Roma dove dichiarava, falsamente, di essere iscritta proprio all’Ordine dei medici di Torino è riuscita a farsi assumere all’ospedale della Città delle Palme. Scoperta, pare dopo aver fatto già una cinquantina di visite e diversi turni è stata sospesa, denunciata ed è indagata dalla Procura di Imperia per falso, probabilmente anche per esercizio abusivo della professione di medico. Una decina di persone curate e medicate dalla falsa dottoressa hanno annunciato querele. La magistratura sta indagando anche su un altro caso imbarazzante accaduto sempre al Saint Charles circa un mese fa: una donna di 69 anni, dopo che era stata visitata da uno specializzando in Urologia anzichè, come prevederebbero i protocollii, da un esperto in medicina d’urgenza e dimessa, è morta dopo due giorni. I famigliari vogliono sapere cos’è accaduto. Chi ha responsabilità di quanto sta accadendo all’Asl1 e alle cooperative che gestiscono servizi? Chi e come avvengono le selezioni, le indagini, le assunzioni di medici, infermieri e personale? Chi controlla, che accertamenti vengono fatti per capire se sono laureati, medici seri o truffatori, cialtroni, gente senza scrupoli, malavitosi?
Presidente Toti, assessore regionale alla sanità Gratarola, Iclas, Igea, Villa Maria, presidente provinciale Scajola, chiarite! Cosa si può, si deve o intendete fare con le cooperative, per evitare quanto accaduto? Chiarimenti, assicurazioni li chiedono sindaci della Riviera di Ponente, da Ingenito a Di Muro, Biasi, al consigliere provinciale Ioculano, solo per citarne alcuni.
A noi è venuto in mente un versetto del Vangelo di Luca (11.14-23) che dice pressappoco così: “Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”.