ciclamino

Dall’intramontabile tradizione italiana del crisantemo al classico ciclamino, fino alle scelte più particolari che comprendono sterlizie, gerbere, rose e verde ornamentale da reciso: che si preferiscano in bouquet o in vasi, sono i fiori liguri autunnali i grandi protagonisti delle festività di Ognissanti.

La ricorrenza che celebra, il 1° novembre, la gloria di tutti i Santi, fu istituita per il mondo cattolico da Papa Gregorio II nell’VIII secolo, e furono proprio i fiori, per il loro linguaggio semplice ed eterno, ad essere il mezzo scelto per celebrare questa giornata e quella successiva, dedicata alla Commemorazione dei Defunti, che ha una tradizione risalente addirittura ai tempi degli antichi egizi, greci e romani, quando il fiore reciso portato in dono agli antenati ricordava la gioia terrena grazie ai suoi profumi e colori ma, allo stesso tempo, la caducità della vita.

Tra i fiori più adatti per l’occasione, in Liguria si può scegliere, sia in vaso sia reciso, il classico crisantemo, ovvero la “margherita dai 16 petali”, fiore che possiede, tra gli altri, un significato di vita e rinascita, mentre al di fuori dei confini nazionali è anche simbolo di gioia e prosperità. Non manca poi il ciclamino, che si produce da settembre e fin dopo le festività natalizie, e che simbolicamente allontanerebbe venti malefici e nefasti.

“Ogni omaggio floreale è espressione di amore e memoria, e quindi ciascun fiore ligure può essere scelto per questa e molte altre occasioni – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa. – La produzione dei crisantemi e di altri fiori autunnali è fondamentale per molte aziende liguri che, oltre a rifornire il mercato locale ed estero, esportano anche in molte regioni italiane. In quest’anno particolarmente complicato, scegliere di acquistare prodotto locale è un modo per contribuire a tutelare il settore del florovivaismo, che nel 2020, a livello italiano, ha subito un crack da oltre 1,5 miliardi e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, dai vivai ai negozi, con il blocco di matrimoni, eventi e cerimonie. Purtroppo lo tsunami ha travolto particolarmente la nostra regione a causa del blocco del mercato interno e i rallentamenti su quello estero che si sono verificati la scorsa primavera. Da salvaguardare c’è il futuro di un comparto chiave dell’economia ligure, che conta ad oggi 3.200 aziende di fiori e piante ornamentali in provincia di Imperia e circa mille nella provincia di Savona. I fiori liguri, e italiani in generale, sono senza dubbio di qualità migliore, non solo perché non devono affrontare lunghi viaggi, ma anche perché molti produttori sono impegnati a selezionare varietà che regalano profumi più intensi e caratteristici”.