“Ormai siamo l’oggetto di tutti i mali. Per scaricare la responsabilità di tante cose si ricorre ai pubblici esercizi”. A dirlo Enrico Calvi, presidente provinciale di Fipe Confcommercio, all’indomani della pubblicazione del nuovo dpcm varato dal governo.
Un decreto che impone ulteriori restrizioni alle attività di ristorazione, chiusura alle ore 24 su tutte, e che rischia di mettere ancor più in difficoltà un settore già fortemente penalizzato dal primo lockdown.
“Più del 77% dei contagi attualmente avviene in ambiente domestico, non sicuramente nei locali – dice Calvi. Se viene rispettata la regola del distanziamento sociale, della mascherina e della disinfezione delle mani il cliente può tranquillamente usufruire degli spazi in totale sicurezza.
Ci sono settori che sono stati rasi al suolo da questa situazione. Le discoteche e i locali da ballo, alcuni non riaprono da marzo e non hanno risposte dal Governo. Stessa cosa per i catering. Dopo un’estate con disdette di matrimoni ed eventi aziendali vicine al 100%, adesso abbiamo un’ulteriore restrizione con massimo 30 invitati per cerimoni civili e religiose. Questo è un settore che dà tantissima occupazione, non ne avremo più traccia senza risposte certe dal Governo.
Di tutto il comparto Fipe questi due ambiti sono stati quelli colpiti più duramente. Poi, certo, si va a catena con tutto il resto. Molti locali un po’ più serali sono nuovamente colpiti, fermo restando che farà più danni la paura che la reale possibilità di contagio.
Non si incentiva l’uscita fuoriporta, sbagliando. La barzelletta delle sei persone come ospiti in abitazione significa che ci siamo già dimenticati le grigliate sui tetti con gli elicotteri della polizia. Il momento era decisamente più pesante di adesso, figuriamoci cosa succederà dalla settimana prossima. Nei nostri locali quantomeno c’è un controllo”.
Sull’arrivo della stagione invernale e il conseguente addio ai dehors allargati che avevano affievolito le perdite estive il presidente spiega: “Bisogna ricordarci che quest’estate siamo stati graziati, perché i consumi sono stati buoni e hanno permesso di assorbire parzialmente il colpo. Purtroppo abbiamo zone come Ventimiglia che sono state colpite in maniera folle dall’alluvione, ma anche dalla chiusura ai francesi. Per ciò che riguarda i dehors, abbiamo utilizzato il 30% degli spazi in più per dare sempre il distanziamento sociale. Con l’inverno e il freddo la questione va a sparire e quindi torneremo a un’occupazione interna dei locali che sarà, come minimo, del 30% in meno. Quello che abbiamo recuperato, verrà sicuramente speso nella contrazione che ci sarà all’interno dei locali”.
L’intervista completa a Enrico Calvi nel videoservizio di Riviera Time.