Una serie Netflix, in sei episodi, per raccontare la vita di Lidia Poët, prima donna ad entrare nell’Ordine degli Avvocati. Di origine piemontese, la giurista morì a Diano Marina a 94 anni, il 25 febbraio 1949, presumibilmente nel vecchio ospedale Ardoino Basso, di via XX settembre, che era stato ricostruito dopo il terremoto del 1889. Addirittura c’è chi è riuscito a risalire all’atto di morte che sarebbe firmato da Nicola Durante, Bernardo Gramondo e Francesco Delfino. Fu poi sepolta nel cimitero di San Martino, in val Germanasca. La notizia della serie Netflix ha, da subito, scatenato la curiosità dei dianesi che hanno avviato le ricerche anche online.
Interpretata dalla bella Matilde De Angelis, astro nascente del cinema italiano che, nel 2017, a soli 22 anni venne candidata al David di Donatello come migliore attrice protagonista per “Veloce come il vento”, nel quale recitò insieme a Stefano Accorsi, statuetta che vince nel 2021 da ‘non protagonista’ con “L’incredibile storia dell’isola delle rose”. Nello stesso anno, sbarca al Festival di Sanremo come co-conduttrice di Amadeus.
La Poët fu figura di spicco nei movimenti femminili di inizio ‘900, tesi all’emancipazione. Nata in val Germanasca, nel 1855, e cresciuta a Pinerolo, fu l’unica donna ad iscriversi alla facoltà di giurisprudenza presso l’università di Torino dove si laureò nel 1881 con una tesi sulla condizione femminile nella società e il diritto di voto per le donne. Che diventerà argomento centrale nella vita della giurista.
Due anni dopo supererà l’esame di abilitazione alla pratica forense chiedendo successivamente l’iscrizione (inizialmente concessa) all’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Torino, ma la Corte d’Appello ne ordinò la cancellazione dall’elenco. “Inadeguatezza del carattere delle donne a un tale ruolo” venne letta tra le pruriginose motivazioni.
Soltanto 37 anni dopo, riuscì finalmente ad entrare nell’Ordine degli Avvocati diventando la prima donna d’Italia ad esservi ammessa. Aveva 65 anni e di battaglie, nel frattempo, ne aveva condotte molte soprattutto nella difesa dei diritti dei minori e degli emarginati e sostenendo in prima linea il movimento per il suffragio femminile. Lo stato francese, nel 1895, ne riconobbe doti e lavoro (prima che quello italiano) e venne nominata Officier d’Acàdemie per le opere svolte al Congresso Penitenziario Internazionale di Parigi.
Aderì poi al Consiglio Nazionale delle Donne Italiane che fu centrale nel riconoscimento dei diritti fondamentali al genere femminile, come il voto, il divorzio, il servizio civile per le ragazze o l’equiparazione tra figli naturali e legittimi.