Sergio Scibilia, segretario provinciale di Confesercenti Imperia, è intervenuto con una nota stampa sulla situazione migranti a Ventimiglia.
“Confesercenti lancia una richiesta di aiuto al commissario prefettizio che regge la vita amministrativa del Comune di Ventimiglia. Ogni giorno è un continuo urlo di disperazione, di angoscia, di tristezza, di molti commercianti che non accettano di vedere la città ridotta in queste condizioni. Ci sono aree e zone dove prevale il degrado, lo stato di abbandono. L’elenco dei siti critici sono numerosi, a partire dal quartiere San Secondo tra l’area intorno alla Caritas e le aree ferroviarie. Segue via Tenda e le sponde del fiume Roya. Poi non parliamo dei nostri poveri giardini pubblici trasformati in aree di bivacco e dormitorio all’aria aperta. Aggiungiamo quelle vie centrali, crocevia di disagiati e nulla facenti, di passeur, diventati il simbolo di questa epoca particolare, via Aprosio con al centro un luogo di decadenza culturale, il teatro comunale, prima colpito dalla tempesta Alex, poi dalle scelte politiche della vecchia amministrazione comunale che ha deciso di tenerlo chiuso, con la sua elegante scalinata in marmo trasformata in un ostello per disperati e l’isola pedonale di via Hanbury. Senza tralasciare i mercatini permanenti di vendita di merce contraffatta nella via Repubblica, affianco al palazzo civico o i camion di frutta fissi e permanenti ai due varchi di frontiera, zone dove è vietata la vendita itinerante.
Queste sono alcune delle immagini che raccontano la vita quotidiana della nostra Ventimiglia. Una città paga il prezzo della posizione geografica a pochi metri dalla Francia, crocevia di flussi migratori e la richiesta del mercato di acquistare prodotti delle griffes contraffatti. Siamo al centro di un’emergenza umanitaria non gestita dallo Stato e materiale di trattativa della politica locale. Con tutto ciò stiamo rischiando di perdere fette di mercato, di flussi turistici che preferiscono saltare “una brutta città, sporca e abbandonata”.
La Confesercenti dopo aver scritto al questore e al prefetto, senza ricevere riscontri, ha deciso di rivolgersi direttamente al commissario prefettizio, autorità che sta dimostrando pragmatismo ed efficienza con atti concreti. Confesercenti crede che sia necessario una “scossa” con segnali di cambiamento e di un ritorno alla “normalità”. Confesercenti prova ancora una volta, a farsi portavoce di questa onda di rabbia, di dolore, di tristezza umana, chiedendo possibili soluzioni. Confesercenti, confermando la necessità di riaprire il centro di prima accoglienza, avanza la richiesta al Comune di applicare una misura a tutela del decoro di particolari zone: il Daspo urbano. Uno strumento in mano alla Polizia Locale, che potrà multare e stabilire un divieto di accesso ad alcune aree (giardini, teatro comunale, aree ferroviarie) alle persone che hanno condotte che limitano la libera accessibilità e la fruizione ai cittadini. Un ordine di allontanamento per tutti quei soggetti che in forma invasiva o molesta, ed anche insistente o minacciosa, turbano la tranquillità e la sicurezza dei cittadini, impedendo la libera fruizione di spazi.
Riteniamo che sia necessario ripristinare una giusta vivibilità e rispetto del decoro in città, un livello normale di coesione sociale e di convivenza, cercando di eliminare fattori di marginalità e di esclusione sociale. Confesercenti c’è e offre tutta la propria collaborazione, ma attende di ricevere risposte e vedere fatti concreti da parte delle istituzioni preposte, loro per primi. Non ci devono essere spazi off limits, sacche di anarchia, di non rispetto delle leggi”.