“Sono etero ma se continuiamo a utilizzare etichette, acronimi e sigle le distanze aumentano.”
Cosa spinge un eterosessuale a parlare di omosessualità?“Ho scritto questo romanzo affinché, senza retorica, il mondo fosse un posto migliore per le mie figlie. E questo processo si compie anche attraverso il riconoscimento dei diritti civili, per tutti! La storia è comunque autobiografica. Tre amici compagni di viaggio sin da bambini e fino all’ultimo respiro. Uno dei tre, il protagonista, il gigante buono, è omosessuale. Due registri diametralmente opposti scandiscono i tempi e le sensazioni. Il primo all’insegna delle bravate adolescenziali, la spensieratezza, il sogno e un viaggio, il più strampalato e impraticabile cui si possa ardire. L’altro registro all’insegna del tempo che sta per scadere. L’omosessualità, gli abusi, l’ignoranza, l’omofobia, il pregiudizio. Un libro d’Amore e non si intenda solo quello omosessuale. C’è l’Amore incompiuto tra un figlio e una madre, l’Amore per un padre silente e assente, l’Amore per “l’uomo dei due sogni”, il più grande calciatore di tutti i tempi, l’Amore che lega indissolubilmente le vite di tre ragazzini, l’Amore per un fratello e per una sorella, l’Amore che resta comunque e sempre più forte della morte.”
Pensi che oggi raccontare l’omosessualità scandalizzi ancora?“Non credo che parlare di omosessualità scandalizzi, assolutamente. È scandaloso invece misurarsi ancora con l’ignoranza della gente che resta il vero cancro della nostra società.”
Pasolini e Tondelli hanno dato voce a due generazioni di omosessuali che avevano paura di uscire allo scoperto. Quali libri consiglieresti oggi ad un omosessuale quattordicenne che sta scoprendo la sua sessualità?
“Hai nominato Pasolini, proprio colui che ho adorato ai tempi della scuola. Un luminare. Ha visto, cinquant’anni fa, cose che accadono oggi e ha visto anche cose che accadranno tra altri cinquant’anni. Consiglierei due commedie teatrali su tutte: Calderon e Orgia.”
Ora convinci questo quattordicenne a leggere il tuo libro.
“Consiglierei la storia che ho raccontato perché il gigante buono è un personaggio meraviglioso, realmente vissuto, che entra nel cuore e non ti abbandona più e poi perché la sua storia, il suo coraggio, sono certo potrebbero salvare molti adolescenti tormentati ed emarginati.”
Parliamo del tuo rapporto con il ponente ligure. Dicci quali di queste nostre eccellenze conosci: il Festival di Sanremo, le olive taggiasche, la Sardenaira, “e sciure cene” e il Rossese.