[beevideoplayersingle adstype=”video-ads” videourl=”https://vimeo.com/194971387″ videoadsurl=”https://vimeo.com/236432438″ adsurl=”http://www.rivierarecuperi.com/”]In questo ultimo periodo è tornato alla ribalta il tema importantissimo del finanziamento al servizio sanitario nazionale.
La Legge sul Bilancio ha riportato sotto i riflettori la spinosa questione.
Quando si vanno a toccare certi argomenti, è sempre pericoloso. La salute del cittadino è un diritto imprescindibile, ma allo stesso tempo la percezione comune è che la sanità pubblica non sia adeguata.
Sono i dati della recente indagine Censis a parlare: un italiano su due non è soddisfatto del servizio pubblico, in particolar modo per le lunghe liste di attesa e le strutture obsolete.
Tuttavia, secondo un’altra ricerca di Uni Salute, gli italiani continuano a preferire la sanità pubblica sia per i costi inferiori, sia perché considerano il personale professionale e preparato.
Abbiamo parlato con Marco Damonte Prioli, Direttore Generale dell’Azienda Asl1 Imperiese, per capire la situazione della sanità nel Ponente ligure.
“L’Asl1 Imperiese è un’azienda che ha molte potenzialità. Per dimensioni e tipologia di servizi offerti sul territorio, può anche essere un punto di riferimento in alcuni ambiti e tematiche riguardanti l’assistenza socio-sanitaria.”
Nell’intervista a Riviera Time, Prioli ha toccato diversi importanti argomenti quali la riduzione dei finanziamenti, i palasalute di Sanremo e Imperia, il ruolo della sanità privata che deve integrare quella pubblica; ma soprattutto della necessità di riorganizzare l’intero servizio sanitario.
“La più grossa difficoltà che riguarda la nostra Provincia è la divisione tra la fascia costiera e l’entroterra. Nell’entroterra abbiamo una popolazione prevalentemente anziana e abbiamo difficoltà ad erogare i servizi. Non possiamo pensare di mettere un ospedale in ogni paese dell’entroterra.”
Uno dei ruoli di Prioli è proprio quello di dare un supporto tecnologico ai servizi sanitari. Telemedicina, teleassistenza, assistenza a domicilio dei pazienti più fragili, il fascicolo sanitario elettronico, sono il futuro sul quale deve puntare l’Asl1 secondo il suo direttore.