Riviera Time ha incontrato la professoressa Mara Lorenzi per fare il punto su Covid-19, varianti e vaccinazioni.
“Ad oggi la vaccinazione non è obbligatoria, e la percentuale di persone adulte che scelgono di essere vaccinate è ancora bassa, pare si aggiri sul 60%. Quindi se per ora il 15% della popolazione (i giovanissimi) non è idoneo per la vaccinazione, l’85% che è idoneo (gli adulti) dovrebbe essere vaccinato quasi al completo per raggiungere l’immunità di gregge.
Bisogna attivare tutti i meccanismi possibili per incentivare la partecipazione della popolazione alla campagna vaccinale.
Un’informazione importante da diffondere e ribadire è che la tecnologia e i reagenti alla base dei vaccini anti-COVID ora in uso non sono improvvisati. Sono reagenti con cui i laboratori di ricerca lavorano da diversi anni per contrastare altre epidemie virali, quali Ebola in Africa e Zika nell’America del Sud.
Stanno anche comparendo varianti che sottraggono efficacia al vaccino. È importante riconoscere che ci sono due categorie di varianti:
- quelle che emergono come risultato della replicazione del virus nelle persone, e che a poco a poco vengono selezionate e diventano dominanti perché sono più efficienti nel contagio: un esempio è la variante inglese, che ha permesso una forte espansione del contagio ma non è resistente agli anticorpi neutralizzanti indotti dai vaccini, quindi ad oggi la previsione è che non diminuisce l’efficacia dei vaccini;
- e quelle che avendo invece cambiamenti di sequenza del virus in posizioni chiave, sono probabili risposte alla pressione selettiva di anticorpi neutralizzanti in individui contagiati; sono di questo tipo la variante sudafricana e quella brasiliana. Queste varianti riducono l’efficienza degli anticorpi stimolati dai vaccini attuali. In particolare, il vaccino AstraZeneca sembra proteggere ben poco contro la variante sudafricana (efficacia solo del 22%).
La comparsa di varianti che possiamo considerare indotte dalla pressione degli anticorpi è un segnale importante per la campagna vaccinale. La campagna deve accelerare e deve farlo usando vaccini che inducono un buon livello di immunità nel minor tempo possibile, perché la situazione che facilita varianti pericolose è quando il virus si replica in presenza di una quantità subottimale di anticorpi, insufficienti a bloccare la replicazione, ma capace di indurre pressione selettiva sul virus. Questa congiuntura si verifica se le persone vaccinate con la prima dose contraggono il contagio; quindi è importante che ci sia poca circolazione di virus nel contesto in cui si sta espandendo la vaccinazione.
Per il futuro: SARS-CoV-2 ha mostrato di essere stagionale,come l’influenza, quindi confidiamo che l’estate riduca la pressione del contagio.
Se non riusciremo ad eliminarne del tutto la circolazione, SARS-CoV-2 potrebbe diventare un’infezione stagionale (invernale) ricorrente.
Si definiranno gli usi ottimali di diversi vaccini COVID, che saranno adattati a nuove varianti producendo boosters mirati alla variante prevalente. Già ora tutti i produttori dei vaccini in uso stanno ridisegnando la Spike protein tenendo conto delle varianti emerse (vedi Moore JP, JAMA online 4 Marzo 2021)”.