Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, interviene con un nota stampa sullo stato delle infrastrutture liguri a seguito del maltempo degli ultimi giorni:
“Inutile versare lacrime di coccodrillo e affannarsi al deprimente gioco dello scaricabarile: la verità è che la Liguria è stata abbandonata a se stessa, soprattutto il Ponente ligure che, di fatto, oramai è una proiezione della Francia dal punto di vista delle comunicazioni. È avvilente assistere ancora oggi al pietoso incrocio di accuse tra governo e resto del mondo.
L’Esecutivo è vergognosamente in ritardo su tutto il piano di controllo e prevenzione delle infrastrutture liguri e italiane: la tanto strombazzata Agenzia Nazionale per la sicurezza di strade, autostrade e ferrovie è ancora al palo, non solo non è stata istituita ma non ha un euro a disposizione perché gli è stato tolto dolosamente dal governo soltanto poche settimane fa. L’Ansfisa, infatti, avrebbe dovuto svolgere quel lavoro di monitoraggio e intervento sulle opere considerate a rischio.
Ma c’è di più. Il viadotto Pecetti chiuso dalla Procura di Genova era stato oggetto di numerose interlocuzioni tra Autostrade per l’Italia e gli organi preposti al controllo e, in maniera netta e risoluta, Autostrade ha sempre sostenuto la perfetta stabilità e sicurezza dell’opera ancora poche settimane fa in documenti ufficiali. Tra le due l’una: o ci troviamo davanti a un terrorizzante scenario che presuppone come la sicurezza dei cittadini sia trattata con approccio doloso oppure c’è un evidente scarto tra la realtà e quello che effettivamente accade.
Di sicuro Forza Italia continuerà nella sua opera incessante di denuncia e indirizzo per tentare di risolvere non solo il problema della sicurezza e della viabilità in Liguria ma più in generale delle infrastrutture italiane. I dilettanti allo sbaraglio prima capeggiati da Toninelli e gli irresponsabili oggi al governo non cerchino vie di fuga per coprire quello che, a tutti gli effetti, è la plastica dimostrazione di un fallimento politico e sociale”.