Ieri sera, pochi minuti dopo le h.20, il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato in diretta alla sua nazione, pomposamente preceduto dalla Marsigliese, l’inno nazionale dei transalpini.
Due in particolare le notizie che erano tra le più attese. La prima riguarda le elezioni comunali che riguardano ben 35.000 comuni, un test considerato importantissimo per il futuro e le prossime elezioni presidenziali in calendario nel 2022. L’argomento è stato introdotto con un lungo preambolo ma la sentenza di Macron, che ha chiaramente detto che “l’epidemia qui è solo all’inizio”, è stata quella di confermare la consultazione elettorale che si terrà in due turni, il 15 e il 22 marzo con precauzioni che verranno messe in atto per limitare i rischi di contagio tra chi si recherà alle urne.
La seconda notizia riguarda la chiusura delle scuole. Sino ad ora tutti i plessi scolastici erano rimasti aperti e lo saranno anche oggi ma da lunedì scatterà la chiusura totale in tutta la Francia, e per aiutare le famiglie che ancora lavorano verranno creati dei centri di accoglienza per ospitare i più piccoli in condizioni igieniche non a rischio.
Il resto delle misure annunciate non ha colto di sorpresa i transalpini come le limitazione strettissime a circolare per gli over 70 e altri soggetti fragili e per tutte le altre fasce d’età uscire solo se strettamente necessario. Ma quello che colpisce noi italiani è che il Presidente ha detto chiaro e tondo che tutte le imposte, le scadenze, i versamenti dovuti dalle piccole e grandi imprese possono essere rinviati a fine emergenza sanitaria senza alcuna giustificazione, senza compilare moduli, riempire documenti per non imbattersi in complicati adempimenti burocratici che necessiterebbero della consulenza di un professionista. In sostanza, chi può pagare paga ma chi non riesce lo può fare senza nessuna comunicazione e senza incorrere in sanzioni o interessi, almeno sino a tutto il mese di marzo.