Record storico di ascolti e di share ieri sera per il discorso alla sua nazione da parte del Presidente delle Repubblica francese Emmanuel Macron.
Nonostante fosse la quarta volta in meno di un mese, addirittura 36,7 milioni di francesi si sono sintonizzati sulle reti che lo hanno trasmesso, raggiungendo l’impressionante dato di share del 94,4%!
Tutti i nostri vicini di casa volevano sentir dire che il peggio era alle spalle e che presto si sarebbe tornati alla normalitĂ . I piĂą sono rimasti delusi: Macron ha annunciato un altro mese di isolamento, o confinamento, con la data dell’11 maggio a fare da spartiacque per l’avvio della ‘seconda tappa‘ verso una lenta, molto lenta, ripartenza.
Se qualche settore inizia ad intravedere un barlume di luce, gli addetti al turismo sono nello sconforto più totale. Nessun albergo, ristorante, bar, pub, cinema, teatro, museo potrà riaprire prima di almeno metà luglio, e solo se la curva del contagio avrà subito una decisa svolta verso il basso. Nessun grande evento, sportivo, musicale, culturale si potrà svolgere anche più tardi, ed un ritorno ad una normalità , tutta nuova però, lo si potrà avere forse nella prossima primavera.
Per cercare di tirare un po’ su il morale al popolo, Bruno Le Maire ministro dell’Economia ha annunciato altre risorse per le imprese a rischio fallimento con un bonus che passa da 2mila a 5mila euro, oltre ai 1.500 giĂ promessi a chi ha perso almeno il 50% del volume di affari. Per far fronte a questi impegni, il Fondo di Solidarietà è salito a 7 miliardi. Con le previsioni di un calo dell’8% del Pil, la Francia porta a 24 miliardi il suo contributo per sopportare la cassa integrazione alla quale hanno fatto ricorso giĂ 200.000 imprese.
In controtendenza a questi dati sono le richieste di mano d’opera nei settori della logistica, dei trasporti, sanitĂ , sociale, digitale e agricolo. Nelle campagne francesi la richiesta è pressante anche a causa della chiusura delle frontiere ai lavoratori extra Ue e così dopo i 50mila posti offerti a marzo, ad aprile e a maggio se ne aggiungeranno altri 160.000.
Anche gli stati membri dell’Unione Europea si riuniscono per mettere sul piatto, si dice, un maxi-fondo di 1.500 miliardi da tradurre in prestiti per il rilancio dell’economia del vecchio continente.