Intervento del Movimento 5 Stelle sui finanziamenti regionali erogati all’Orchestra Sinfonica di Sanremo che rischia la chiusura:
“In tutto il mondo l’orchestra Sinfonica di Sanremo è conosciuta per la ribalta internazionale del Festival. Pochi sanno però dell’importanza che un Istituzione concertistica orchestrale come questa, che produce cultura tutto l’anno, può avere per il proprio territorio, favorendo una crescita che non può essere quantificata solo economicamente. Due giorni fa ho letto della splendida iniziativa “Viaggio intorno al mondo” promossa dall’Orchestra con tre istituti scolastici della provincia di Imperia per i concerti che l’Ente riserva ogni anno agli studenti. L’educazione all’ascolto per avvicinare i giovani a uno dei più grandi patrimoni immateriali del nostro Paese è forse il regalo più importante che ci fanno le ICO e gli enti lirici. Non possiamo permetterci di perdere nemmeno uno di questi luoghi sacri che custodiscono la più alta tradizione musicale italiana. Perché far morire una fondazione sinfonica come questa significa impoverire e desertificare il tessuto socio-culturale di un intero territorio con danni incalcolabili.
Per questo auspico che nessuno si assuma la responsabilità di spegnere l’Orchestra Sinfonica di Sanremo: la Regione deve contribuire per quel che riguarda la sua parte al finanziamento dell’Ente senza ulteriori rinvii. La scorsa legislatura ero membro della Commissione Cultura e per questo conosco molto bene le problematiche di queste realtà, ma conosco altrettanto bene l’importanza che hanno per l’Italia e per il mondo. Ognuno faccia la propria parte perché non serve ricordarsi dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo solo una settimana all’anno.”
Simona Valente – MoVimento 5 Stelle Camera dei Deputati
“L’intreccio tra professionalità, pubblico e luoghi del territorio nei quali gli eventi culturali si realizzano dovrebbe essere sempre più un fattore decisivo per approfondire la dinamica relativa alla domanda/offerta culturale, e conseguentemente per determinare le forme e le modalità di programmazione, di produzione e di finanziamento pubblico degli eventi, nonché più in generale per l’elaborazione delle politiche pubbliche culturali.
In questo senso le nostre tredici Istituzioni Concertistiche Orchestrali sono, anzitutto, delle risorse per i territori su cui insistono. Un patrimonio di conoscenza e un presidio di democrazia e cultura che va salvaguardato e valorizzato, anche e soprattutto dal punto di vista delle risorse, visto e considerato l’impatto socio-culturale ed economico prodotto sui territori cui queste istituzioni afferiscono. Alcuni dati a titolo esemplificativo: le Istituzioni Concertistico – Orchestrali, ricoprono un doppio ruolo: di centri di produzione, con una forza lavoro di circa 750 persone occupate, e di distribuzione, con più di 1400 concerti realizzati all’anno su tutto il territorio nazionale.
Oggi ci troviamo a discutere dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, che è un caso specifico ma paradigmatico: mai come in questa circostanza risulta infatti lampante il disallineamento tra una realtà di rilevante valore artistico che si erge a pilastro di eventi di respiro internazionale e una più che modesta erogazione di fondi regionali, soprattutto se paragonata alle altre Regioni italiane.
Il problema principale è, dunque, ancora una volta di natura economica, perché oggi il fondo destinato all’Orchestra Sinfonica di Sanremo dalla Regione Liguria risulta assolutamente sottodimensionato in relazione ai bisogni e ai bilanci di questa ICO.
La fonte primaria di finanziamento delle nostre ICO italiane è il FUS, seguita a ruota dai fondi regionali e, in misura piuttosto distanziata e minore, dai contributi privati e comunali, dai ricavi dal botteghino e dagli abbonamenti, e infine dal merchandising e dalle sponsorizzazioni. Quasi il 70% delle fonti di finanziamento delle ICO è dunque costituito dal binomio FUS-contributi regionali.
Come Governo abbiamo cercato di invertire un terribile trend negativo che dal 1985 (anno in cui è stato istituito il Fondo unico dello spettacolo) al 2016 ha visto i finanziamenti pubblici ridursi del 54,81% e l’incidenza del FUS sul PIL passare dallo 0,0846 allo 0,0243%. Abbiamo pertanto stanziato circa 12 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno oltre ai 12,5 milioni di euro in più per le sole Fondazioni lirico sinfoniche: si tratta del più alto finanziamento dello Stato per il FUS degli ultimi 10 anni. È opportuno e doveroso, però, che tutti co-partecipino a questi sforzi e che i territori comprendano pienamente il valore delle istituzioni che sono chiamati a tutelare e sostenere e la necessità di non disperdere questo patrimonio immateriale.
In occasione dell’imminente pubblicazione del disegno di legge-delega sullo spettacolo, ci auguriamo si possa aprire un nuovo dibattito sui parametri con cui le ICO accedono ai contributi del FUS (alla luce delle criticità emerse dal decreto Franceschini), sulla formula matematica che calcola il Valore Dimensionale, sull’opportunità di applicare un’uniforme tipologia contrattuale per tutte le ICO, sul ripensamento del parametro della Qualità Artistica e sulla sua incidenza sull’assegnazione finale delle risorse.
Per quanto concerne invece i contributi regionali, per ovviare alle disparità economiche (relative ai contributi che le varie ICO percepiscono dalle proprie Regioni) e statutarie, sarebbe auspicabile che le Regioni di appartenenza delle 13 ICO partecipino alla compagine societaria delle Istituzioni Orchestrali erogando un contributo minimo non inferiore a una certa percentuale rispetto al contributo annuo del Mibac, essendo l’attività di tali Orchestre prevalentemente svolta proprio nell’ambito territoriale regionale.
Molta è la strada da percorrere, ma l’attenzione del Governo è alta, così come la sensibilità del Ministero verso quello che, nonostante le difficoltà, resta meritoriamente il secondo polo produttivo italiano dopo le Fondazioni Liriche nell’ambito dello spettacolo dal vivo.”
Michele Nitti – VII Commissione Cultura – MoVimento 5 Stelle Camera dei Deputati