Regione Liguria già dal 2007 ha attenzionato sempre di più la presenza del lupo sul territorio, attuando tutte le disposizioni previste dal vigente Piano Nazionale d’Azione per la specie. Ciò ha comportato, nel corso degli anni, varie iniziative di monitoraggio della popolazione del predatore, nonché la costituzione di procedure volte alla prevenzione e al risarcimento dei danni causati agli allevatori.
“Nell’ultimo tavolo zootecnico abbiamo approvato i nuovi criteri per i ristori e per le predazioni – spiega il vicepresidente della Regione Liguria con delega all’Agricoltura Alessandro Piana – e snellito le procedure, senza obbligo di sopralluoghi come in passato, dando oggi la possibilità di presentare con posta elettronica alla vigilanza faunistica regionale la documentazione tramite foto georeferenziate. Per quanto riguarda i criteri, la novità più significativa vede il passaggio dal 50% del valore del capo dal valore del Bollettino Ismea, al 100% dell’indennizzo, quindi l’importo più alto che, come Regione, possiamo attribuire”. È stato inoltre introdotto l’indennizzo dei capi dispersi e dei danni indiretti alle perdite di produzione, quest’ultimo effettuato sulla base della consistenza della mandria o del gregge al pascolo al momento del danno.
“In questo momento più che mai e al di là di ogni comprensibile ideologia, serve anche maggiore attenzione da parte dell’Europa – aggiunge Alessandro Piana – e un approccio diverso sul discorso grandi carnivori. In Liguria abbiamo un allevamento di nicchia, è vero, però è fondamentale perché ci consente di mantenere il prato, il pascolo e di conseguenza quella straordinaria biodiversità che ha sempre caratterizzato la nostra regione e che sta portando molti turisti sulle nostre Alpi e Appennini. Ricordo inoltre che Regione Liguria ha aderito nel 2018 al Progetto LIFE WolfAlps 2.0 della durata di cinque anni, con un importo complessivo di 10 milioni di euro dei quali circa 1 milione destinati a Regione Liguria. Il progetto, approvato dalla Commissione europea, prevede attività di coordinamento internazionale per l’intero arco alpino (anche oltre frontiera) su azioni finalizzate al miglioramento della coesistenza tra lupo ed attività umane”.
Tra le varie iniziative attuate, si segnala innanzitutto il monitoraggio della presenza del lupo che ha rafforzato e reso continuativo il monitoraggio nazionale di Ispra, la raccolta dei dati e l’inserimento degli stessi nella piattaforma telematica “Gaia Observer”. Il monitoraggio, effettuato seguendo le “Linee guida e protocolli per il monitoraggio nazionale del lupo in Italia” realizzate nell’ambito della convenzione Ispra-ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per “Attività di monitoraggio nazionale nell’ambito del Piano di Azione del lupo”, è stato realizzato su un totale di 113 transetti ufficialmente monitorati pari a 489,945 km percorsi, all’anno, con la partecipazione dei Carabinieri Forestali, del personale di Vigilanza Regionale, dei Parchi e delle Province ed in parte anche da volontari appositamente formati.
“Inoltre – conclude l’assessore Alessandro Piana – sono stati realizzati interventi a supporto degli allevatori sull’impiego di strumenti e metodi di prevenzione, la formazione del personale di vigilanza sulle attività di accertamento connesse alle predazioni sul bestiame, l’elaborazione di una guida, rivolta alla cittadinanza, che riporta le buone norme di comportamento utili ad evitare, o quantomeno minimizzare, le possibili situazioni problematiche in contesti abitati”.