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Negli anni venti la città dei fiori fu al centro della spartizione dell’Impero ottomano (conferenza di Sanremo), caduto sconfitto nel primo conflitto mondiale.

Era l’aprile del 1920 quando iniziarono gli incontri al Castello Devachan, a cui parteciparono i rappresentanti delle quattro nazioni vincitrici della guerra. L’ultimo sultano di quell’Impero ottomano, che per oltre 600 anni aveva dominato il Medio Oriente e che nella sede sanremese cominciava a disgregarsi e venir diviso in particolare tra Regno Unito e Francia, fu Mehmet VI.

Il sultano non poteva immaginare che proprio Sanremo sarebbe diventata, tre anni dopo, la sua casa e che qui avrebbe trovato la morte in circostanze “misteriose”.

Una storia affascinante: da una parte il sultano che cerca nella sua residenza sanremese, dapprima a Villa Nobel e successivamente a Villa Magnolie, di ritornare in patria, dall’altra la nascente Repubblica Turca guidata da Mustafa Kemal Atatürk, che cerca di resistere alle ingerenze degli ottomani esiliati. Gli inglesi, sotto il cui “controllo” vive il sultano (Mehmet VI), vogliono limitare il potere di Mustafa Kemal e il suo predominio sul petrolio di Mosul, nell’attuale Iraq.

Mehmet VI morirà il 16 maggio 1926 a Villa Magnolie.

Vicende internazionali e morti enigmatiche nella Sanremo degli anni ’20. Lo scrittore e storico Riccardo Mandelli, autore del libro “L’ultimo sultano. Come l’Impero ottomano morì a Sanremo”, ci racconta questa storia.