Dopo una lunga trattativa interna, durante la quale non sono mancati momenti di tensione, Luigi Sappa è ufficialmente candidato consigliere per le elezioni regionali.
Una ‘nomina’ fortemente sostenuta da Polis, associazione politica creata all’indomani delle comunali 2018, e dal suo leader Claudio Scajola, sindaco di Imperia.
“Mi sono reso disponibile alla candidatura in quanto presidente di Polis – spiega Sappa a Riviera Time – nella coalizione di centrodestra insieme a Forza Italia e Liguria Popolare. Dalla scrematura iniziale si è arrivati poi ai due candidati, dopo un lungo travaglio di chi ha trattato insieme agli altri alleati”.
Cosa è cambiato dal 2018 a oggi? Alle elezioni comunali Claudio Scajola e Giovanni Toti erano avversari, oggi nuovamente uniti verso la Regione.
“Nel 2018 è nato questo movimento: Polis. Un movimento civico, fortemente voluto dalla cittadinanza che poi si è espressa e ha scelto Claudio Scajola come guida della città. Città, che così come la Liguria, non è composta da un popolo di rassegnati – spiega Sappa. Sembrava incombere su Imperia e sul ponente ligure una stagnazione insopportabile. Abbiamo chiesto a Scajola di candidarsi e Polis è nata con questo spirito di servizio di chi è chiamato a reggere le sorti di una comunità. Questa è la forza di Polis che ci siamo trascinati dietro e adesso ha espresso la mia candidatura”.
Sosterrete il centrodestra in un progetto che aspira ad avere valenza nazionale…
“Naturalmente questa forza è di centrodestra. Raggruppa però esponenti in passato diversi tra loro. Abbiamo i socialisti riformisti, i cattolici, gli ex democristiani. Un raggruppamento composito che si riconosce nei valori del centrodestra moderato. Un popolo di moderati che vuole dire la sua in politica”.
Dopo dieci anni da sindaco di Imperia, cinque da presidente della provincia torna in politica con lo slogan: “Competenza in regione”, perché questa scelta?
“Ho cessato ufficialmente nel 2015. Sono stato l’ultimo presidente eletto dai cittadini in provincia – dice Sappa. Mi sono rintanato nella mia professione, ma nello stesso tempo sentivo forte la volontà dei concittadini di riprendere in mano le sorti della loro comunità. C’era questo senso di stagnazione, ma anche molte componenti politiche che volevano dare forma e luogo a qualcosa di diverso. Questo è ciò che vorrò portare in regione. L’esperienza da sola non basta, serve anche la competenza e in questi anni penso di averne maturata abbastanza”.
Tra i temi centrali per il ponente le infrastrutture, forse il più grosso limite?
“Uno dei vizi dell’Italia è la ripartizione delle forme d’intervento. Ognuno deve fare qualcosa e deve avere la certezza di farlo, ma non sempre succede. Non si è dato luogo alla definizione del titolo V della Costituzione, con l’attribuzione agli enti: Regione, Provincia e Comune delle loro specifiche funzioni. Ritengo che uno dei primi punti da chiarire sia: ‘chi fa che cosa?’. È fondamentale sapere chi deve intervenire su quella strada e chi deve farlo non può rinviare una parte a un altro ente, altrimenti si crea il ‘balletto’ delle incompiute. Il mio intervento in un settore legislativo regionale mirerà proprio, in collaborazione con il territorio, a dare delle certezze a chi amministra e quindi ai cittadini”.