I problemi legati alle cimici coinvolgono, purtroppo, agricoltori e produttori appartenenti a diversi comparti cardine dell’economia imperiese e ligure: dal floricolo e florovivaistico all’ortofrutticolo, dal vitivinicolo all’olivicolo. “Proprio per questo, come Coldiretti ci siamo attivati per dar vita al primo lancio di Anastatus bifasciatus e Trissolcus basalis – predatori naturali indigeni della cimice verde e della cosiddetta “cimice dei boschi”, oltre che della cimice asiatica, ormai tristemente presente sulle colture regionali – all’interno di aziende agricole socie debitamente selezionate nel corso delle attività di consulenza messe in atto nell’ambito della Misura 2 del PSR 2014-2022″.
“Così facendo – spiegano Gianluca Boeri e Domenico Pautasso, presidente e direttore di Coldiretti Imperia – è stato possibile dar vita a una particolare strategia di lotta biologica che punta a contenere la problematica delle cimici, in particolare della cimice asiatica, in maniera totalmente naturale e a impatto ambientale zero”. Nel concreto, ciò avviene mediante il rilascio in campo di insetti utili attraverso il cosiddetto “lancio aumentativo”, con cui avviene “un aumento della popolazione dei suddetti insetti utili indigeni in campo – spiegano i tecnici della Coldiretti – per parassitizzare le uova delle cimici”.
La sperimentazione ha coinvolto oggi tutta la Liguria, da ponente a levante, con l’agriturismo “C’era una volta” di Camporosso, interessata dalla sperimentazione intorno alle 10:30. “Il lancio di Anastatus bifasciatus e Trissolcus basalis – aggiungono Boeri è Pautasso – è stato possibile grazie all’importante lavoro di monitoraggio messe in atto da Coldiretti nell’ambito della suddetta Misura 2 del PSR regionale a fianco delle imprese dell’intero territorio, finalizzato proprio a individuare le aree a rischio e la biologia dell’insetto sull’areale imperiese e ligure”.