Lo psicologo sanremese Roberto Ravera, che attualmente si trova a Freetown, in Sierra Leone, continua a portare avanti il proprio progetto umanitario legato al mondo scolastico.
“Ho provato fierezza e commozione nel vedere la bandiera italiana issata insieme a quella della Sierra Leone”, dichiara Ravera annunciando l’inaugurazione di una nuova scuola secondaria. “Nel villaggio di Mamanso, nella regione di Tonkolili, da sei anni abbiamo costruito e fatto funzionare un grande complesso scolastico. Inoltre, da un anno ho iniziato a costruire due case per attivare prossimamente una comunità per adolescenti detenuti nei carceri minorili. I volontari che sono qui per la prima volta sono rimasti stupiti di vedere centinaia e centinaia di studenti, tutti i capi villaggi e tantissime persone presenti all’inaugurazione delle nuove classi”.
“Detesto forme di auto proclamazione, ma qui ci sono i contributi di tanti amici e sostenitori che mi hanno aiutato in questi anni”, continua. “A loro il mio e il nostro grazie. Vedere il tricolore sventolare in questo Paese così povero mi ha fatto pensare alla parte migliore dell’Italia. Quella di cui cui dovremmo essere fieri”.
“Pensate che dietro questo progetto scolastico vi è un intento che va oltre l’intento formativo; in realtà è un esperimento sociale che guarda avanti, ossia a incoraggiare i giovani a vivere nelle zone rurali e a non tiepide di sogni inutili la vita nella capitale Freetown. Per questo voglio fare un centro di recupero in questo villaggio: i ragazzi che verranno saranno inseriti in un contesto comunitario solidale e sano. Quando parlai ai capi villaggi di questa idea un anno fa, furono entusiasti e mi misero a disposizione un ulteriore amico terreno dove costruire. Alla fine della cerimonia guardavo tutto quello che è sorto qui in questi anni. Pensavo a quando tutto questo era solo un sogno, un desiderio. Adesso quelle due bandiere che sventolano sono a testimoniare che possiamo cambiare le cose e renderle migliori. Ringrazio Giovanna Morra che si è messa in gioco qui con me e Lucia Zagoreo e l’immancabile Paolo Secondo”, conclude Ravera.