I proverbi e i modi di dire in dialetto, legati a particolari momenti della vita, esprimono brevemente, ma efficacemente, un modo di pensare collaudato nel tempo e suggeriscono spesso quelle regole di comportamento che si sono dimostrate le più idonee in base all’esperienza accumulata da una comunità durante il succedersi delle generazioni. Riviera Time ne ha parlato con Giannetto Novaro, uomo d’altri tempi e dianese doc, 87 anni, occhi vispi e una grande cultura alle spalle.
Le parole di Giannetto Novaro
Ci accoglie con un’ospitalità che non si direbbe essere ligure, una tazza di caffè e molte pagine, riviste e appunti presi a mano. “Spero di offrire ai giovani l’occasione di scoprire molte parole dialettali giunte fino a noi e che presto non sentiremo più; agli anziani di ritrovare la voce della loro terra, forse da troppo tempo assopita. Il mondo che ho conosciuto da ragazzo non esiste più: una società basata sul ciclo annuale delle operazioni agricole. Vorrei poter proseguire la mia ricerca, ma il tempo scorre troppo velocemente e ora non mi resta che guardare indietro, con la naturale amarezza ed il rimpianto che assalgono chi cerca di ricordare le cose perdute”, ci racconta Novaro.
I contadini, da sempre strettamente condizionati dal tempo meteorologico e dall’alternarsi della stagioni, nel corso dei secoli hanno coniato numerosi proverbi che stanno lentamente scomparendo, fino al dissolvimento del senso e dello scopo per cui sono nati.
Giannetto ce ne spiega alcuni: “Struncu – Legnetto. Un tempo l’olio d’oliva era considerato un bene prezioso e per certe famiglie ed in certi anni particolarmente miseri era assai difficile farne uso o si consumava con estrema economia. In quest’ultimo caso si ricorreva alla Struncadda: si intingeva un legnetto nel fiasco dell’olio e si immergeva subito nella pentola rimescolando il contenuto. Quel poco d’olio che gocciolava dal legnetto doveva bastare ad insaporire la minestra e a condire le verdure. Alla domenica si poteva ricorrere a due Struncadde“.
I nostri cinque proverbi preferiti
Di seguito riportiamo cinque dei nostri proverbi-modi di dire preferiti scritti e descritti proprio da Novaro all’interno dei suoi articoli sulla rivista ‘Communitas Diani’:
- A candéia a l’è curta e a prucesciùn a l’è longa (La candela è corta e la processione è lunga. Con il tempo che ci rimane da vivere non possiamo andare molto lontano. Cerchiamo di trascorrere serenamente i giorni che ci sono concessi);
- Fugassa (Focaccia. Una vera specialità storica e tradizionale: acquistata, appena sfornata da un bravo panettiere, rallegra il mattino di molti Liguri.) – Sta fugassa li a me và fina in te unge di péi (questa focaccia mi va perfino nelle unghie dei piedi);
- De notte tutti i gatti i sùn bordi (Di notte tutti i gatti sono bigi, un colore grigio spento poco appariscente. In certe condizioni è difficile distinguere ed esprimere giudizi);
- Esse a scabecciu (Stare pigiato in qualche posto. Mettere a scabécciu consiste nel mettere pesci o legumi in carpione, cioè frigggerli, coprirli d’aceto, aggiungendo poi aglio, buccia di limone, salvia e rosmarino. Quindi si dispongono i pesci ed i legumi uno accanto all’altro, stretti da formare una massa compatta, come quando si è pigiati, nostro malgrado, in qualche spazio);
- U se gh’è tuccàu u pan (Ci si è inzuppato il pane… in quel sugo. Si dice di una persona che ha fiutato un buon affare e l’ha sfruttato al massimo).
La ‘Communitas Diani’
La ‘Communitas Diani‘ nasce nel 1969 da un gruppo di cittadini appassionati ed esperti conoscitori del territorio del Golfo Dianese nella Provincia di Imperia, che comprende i Comuni di Diano Marina, San Bartolomeo al Mare, Cervo, Diano Castello, Diano San Pietro e Villa Faraldi. L’associazione ha lo scopo di raccogliere documenti, testimonianze di storia, arte e folclore della valle per conservare la memoria del passato e consegnarla alle generazioni future. Dal 1978 l’associazione pubblica annualmente la “Rivista Periodica di Studi Storici e Artistici”, un volume di pregio che vanta la collaborazione di numerosi autori tra cui esperti studiosi della storia e della storia dell’arte.
Giannetto Novaro
Giovanni Novaro (Giannetto) è nato a Diano Castello il 5 maggio 1937. Si è diplomato presso l’Istituto Nautico di Imperia e ha frequentato, dopo concorso, il 51esimo Corso Ufficiali di Complemento all’Accademia Navale di Livorno. Ha navigato per due anni su navi della Marina Militare e per altri trentatré su navi della ‘Società Italia di Navigazione’ di Genova. Spesso è stato imbarcato su prestigiosi transatlantici: ‘T/n. Conte Biancamano’, ‘M/n. Vulcania’, ‘T/n. Cristoforo Colombo’, ‘T/n. Leonardo da Vinci’, ‘M/n. Guglielmo Marconi’, ‘T/n. Michelangelo’. Ufficiale istruttore sulla ‘T/n. Raffaello’ dopo l’acquisto da parte della Marina Militare Iraniana. Insignito della medaglia d’oro per lunga navigazione. Presidente della Communitas Diani per quindici anni.
Le parole di Giannetto Novaro nel video-servizio a inizio articolo.