Una storia di lavoro, donne, pesce e gatti affamati quella di oggi per le ‘Lezioni ‘du nosciu dialettu’ con Giannetto Novaro, castellotto doc e autentico custode delle tradizioni locali. Con il suo sguardo vivace e una profonda conoscenza della storia del territorio, Novaro ha raccontato con passione la storia delle ‘pescièie‘, le pescivendole di un tempo.
La spiegazione di Giannetto Novaro: ‘E pescièie ‘
“Le pescivendole erano donne che, partendo dal porto di Imperia Oneglia, si occupavano della vendita del pesce nei paesi dell’entroterra. Alcune restavano a vendere per le strade della cittadina, ma le più coraggiose si spingevano ben oltre, affrontando lunghi percorsi a piedi per raggiungere altri clienti nei borghi delle vallate del Golfo Dianese“, ha esordito Giannetto Novaro.
‘E pescièie ‘ : donne instancabili tra mare e borghi
“Dopo l’arrivo delle barche cariche di pesce appena pescato, le pescivendole erano tra le prime ad acquistarlo. Con grandi ceste colme di merce, trasportate abilmente sulla testa, partivano da Imperia e percorrevano l’Incompiuta, arrivando a Diano Marina. Da lì, per raggiungere Diano Castello, le attendeva un’ulteriore fatica: tre chilometri di strada non asfaltata, spesso in condizioni difficili, da percorrere sotto il sole o la pioggia”, ha proseguito.
Il richiamo nelle strade e l’ombra silenziosa dei gatti
Una volta giunte nei centri abitati, il loro arrivo veniva annunciato a gran voce. “Chi era interessato scendeva in strada per l’acquisto. Il loro pesce non era quello più pregiato, ma di sicuro era saporito e, soprattutto, accessibile a tutte le tasche. Ogni pescivendola aveva con sé una bilancia per pesare il pesce. C’era anche un aspetto curioso che animava le vie del borgo: tutto ciò che veniva scartato, come teste e lische, finiva inevitabilmente tra i ciottoli delle strade. Ed è qui che entravano in scena i protagonisti silenziosi di questa storia: i gatti“, ha spiegato.
La processione dei gatti
“A quei tempi il paese era popolato da decine di felini affamati, sempre pronti a contendersi i resti del pesce caduti a terra. Una piccola processione di gatti accompagnava le pescivendole lungo tutto il percorso, sperando di accaparrarsi qualche boccone prima degli altri”, ha concluso.
Giannetto Novaro, con alle spalle una lunga esperienza come presidente della Communitas Diani, continua a essere un punto di riferimento per chi desidera riscoprire la memoria e le tradizioni del Castrum Diani.
La spiegazione integrale di Giannetto Novaro nel video-servizio a inizio articolo.