Ha fatto molto rumore la scelta di Leandro Faraldi, ex vice sindaco di Sanremo e figura storica del centrosinistra in provincia di Imperia, di uscire dal Partito Democratico. Ospite degli studi di Riviera Time, spiega oggi le ragioni che lo hanno portato a questo addio. “È una decisione che è maturata nel tempo. Nella presentazione delle liste a livello nazionale mi ha dato fastidio l’intento, devo dire riuscito, di sradicare il partito dal territorio”, sottolinea. “E sono stato irritato dal percepire di essere poco gradito perché non allineato al segretario. Ho scelto di uscire la sera delle elezioni perché fino all’ultimo ho lavorato per il partito. Questo non vuol dire che non farò più politica. Diciamo che mi metto in panchina e sto a guardare”.
Secondo alcuni, sulla decisione avrebbe inciso anche il recente rimpasto di giunta voluto dal sindaco Alberto Biancheri, che ha portato all’uscita dall’amministrazione dello stesso Faraldi. “Non è così. A settembre, quando il sindaco mi ha comunicato il rimpasto, ho detto da subito che non c’era più la mia disponibilità”, dichiara l’ex vice sindaco. “Non posso tuttavia nascondere che la decisione di questi giorni di dare un incarico importante al consigliere di minoranza Fera avrebbe potuto portarmi a uscire dalla maggioranza. Si sarebbero semplificate le cose. Questo sindaco – prosegue Faraldi – governa anche grazie ai miei voti, raccolti con il lavoro di cinque anni di opposizione a Zoccarato. Opposizione non per questioni di partito, ma su tematiche, dove abbiamo proposto una visione diversa per il bene della città”.
Ma cosa farà adesso? “Io non sono uscito per entrare in un altro partito. Sono uscito per riprendermi la mia libertà e sarò libero di dire quello che verrò senza passare dai filtri del partito”, spiega. “Ho sempre detto che non mi sarei ricandidato e in questo momento rimango della stessa idea. Poi non garantisco a nessuno che io possa annullarmi. Molto dipenderà da come andrà avanti l’amministrazione Biancheri. Da oggi – rimarca Faraldi – vigilerò perché il sindaco e il Pd sono lì a governare anche con i voti raccolti dal sottoscritto. Lo devo ai miei elettori. Se poi ci fosse una sterzata nella gestione della cosa pubblica, e non solo sulle persone, allora – conclude Faraldi – potrei anche tornare protagonista”.