Dalla carriera di ingegnere a quella di senatore passando per deputato. La vita di Bartolomeo Borelli (1829-1905) rimane indelebile nella storia di Pieve di Teco. Ha donato al paese le scuole che sorgono nella piazza che porta il suo nome e la casa di riposo “perché i pievesi si dovevano curare gratuitamente” spiega il sindaco Alessandro Alessandri che ci accompagna alla conoscenza di questo personaggio illustre.
Tante le soddisfazioni a livello lavorativo arrivate anche all’attenzione del Re Vittorio Emanuele II che lo insignì del titolo di Senatore. La battaglia – persa – con Giuseppe Biancheri, per realizzare la linea ferroviaria che da Ceva, Monregalese, passasse per Pieve fino ad arrivare ad Oneglia.
Ma una cosa mancava ancora nella vita del senatore: un titolo nobiliare. Cercò di fare un buon matrimonio per la figlia. Le cose non andarono come avrebbe voluto il senatore che vide la sua famiglia sgretolarsi pian piano. Il nipote, di pochi anni, sepolto accanto a lui nella tomba di famiglia nel cimitero di Pieve di Teco. La figlia divenuta povera a causa del matrimonio sbagliato, il marito che aveva il vizio del gioco, dilapidò infatti il patrimonio di famiglia, venne ricoverata nel nosocomio. L’allora sindaco del paese comprò lo splendido palazzo della famiglia per trasformarlo in Comune per poter dare così i soldi necessari alla figlia del senatore per curarsi.
Riviera Time ha incontrato il sindaco Alessandro Alessandri che ci ha raccontato le gioie, dolori e soddisfazioni di un uomo diventato un benefattore, ancora amato dai cittadini di Pieve di Teco.