Come da programma, questa mattina la Rai ha inviato il suo protocollo di sicurezza riguardo al Festival di Sanremo al Cts – Comitato tecnico scientifico che lo valuterà e darà una risposta entro pochi giorni.
Come si è appreso ieri, la tv di Stato temendo di dover rinunciare al suo evento più importante dell’anno è andata totalmente incontro alle richieste dei due ministri competenti e ancora in carica, Speranza per la Sanità e Franceschini per Turismo e Cultura.
Quindi: zero pubblico in presenza all’Ariston (virtuale? da remoto?), nessun evento collaterale in città (nessun palco, no a concerti, promozioni, feste, incontri eccetera), nessuna diretta Rai da Sanremo nei suoi programmi del mattino e del pomeriggio. Ancora molti dubbi su altri aspetti tipici della settimana festivaliera: come verranno svolte le conferenze stampa? Ci sarà una o più sale stampa e dove, al Casinò o al Palafiori? Quanti giornalisti verranno accreditati? E fotografi e cameramen? Su quali criteri si baserà la scelta degli accreditati?
La certezza, almeno per il momento, è che il Festival n.71 si terrà dal 2 al 6 marzo, e con il protocollo inviato al Cts la Rai si mette anche al riparo da eventuali peggioramenti della pandemia, così come si tutela anche il comune di Sanremo da malaugurate ipotesi di spostamento dello spettacolo in qualche grande teatro a Roma o Milano.
Comunque sia, in quella settimana di inizio marzo a Sanremo arriveranno diverse centinaia di persone la maggior parte delle quali saranno autorizzate ad entrare all’Ariston. Oltre a tutte le maestranze Rai (tecnici audio, luci, grafica, palco, orchestra, trucco, cameramen) tutti i cantanti, i loro addetti stampa, discografici eccetera. Tutti dovranno sottoporsi al test sierologico almeno un paio di volte se non tre, e l’Asl1 starebbe predisponendo un paio di punti prelievo nei pressi del Palafiori e a ridosso dell’ingresso posteriore dell’Ariston per poter effettuare sino a tremila esami complessivi.