Sulla passeggiata di Bussana, appena superata Arma di Taggia, si trova la Grotta dell’Annunziata.
La facciata della piccola chiesetta è molto anonima e, passandoci davanti, in pochi immaginerebbero la bellezza del luogo sacro al suo interno.
Cinque milioni di anni fa tutta la zona, fino a Triora, era sommersa dal mare. I muri e la volta della chiesa ne sono testimonianza: la roccia è infatti tipica delle grotte marine e, incastonato in un angolo del muro, è ancora visibile un fossile di conchiglia.
Renzo Restani, presidente dell’associazione culturale Gente Comune, il gruppo che si occupa di mantenere la chiesa, dice: “Un tempo, qui sotto, c’erano i pesci. Fa effetto pensarci”.
Nel succedersi delle ere geologiche, il mare si ritirato e tutto attorno si era venuto a creare un clima paludoso di tipo africano. In questa zona furono ritrovati resti di rinoceronte Merk, elefante antico, iena e altri animali africani.
“Il reperto archeologico più importante – spiega Restani – è stato il ritrovamento di un teschio di una giovane donna risalente al periodo di Neanderthal, 80-100 mila anni fa”.
Il reperto è attualmente custodito al museo di paleontologia di Parigi.
“La chiesa ha origine intorno all’anno 1000”, spiega Riccardo Bonifacio, restauratore che ha recentemente lavorato al recupero di un altare sul lato sinistro della grotta.
“All’epoca – continua Bonifacio – la chiesa era aperta e vi era un piccolo altare. Nel 1500 si chiude l’entrata e viene costruito un altare con un’immagine dedicata alla Vergine”.
Purtroppo di quest’immagine non è rimasto nulla. Come spiega il restauratore, all’interno della grotta vi è un micro clima molto umido capace di rovinare repentinamente le opere e i marmi all’interno della chiesa.
Per questo c’è bisogno di continui interventi di restauro. Gli altari e le opere che sono ora presenti risalgono al 1700.
La chiesa è visitabile grazie all’associazione Gente Comune che apre le sue porte in estate e nei periodi di festa quali Natale e Pasqua.