Non accenna a diminuire il braccio di ferro tra il governo Macron e il popolo francese sulla preannunciata riforma pensionistica che prevede di innalzare l’uscita dal lavoro da 62 a 64 anni ed eliminare i 42 diversi regimi pensionistici in favore di un “sistema universale”.
Nonostante qualche timida apertura su modalità e tempistica dell’introduzione della nuova legge, lo sciopero ha raggiunto la 33esima giornata in attesa di domani, giovedì 9 gennaio, quando a fermarsi sarà forse più di mezza nazione. In particolare ancora una volta saranno le Ferrovie dello Stato – Sncf ad essere penalizzate: nei loro confronti non ci sono mai stati giorni di tregua totale da parte degli scioperanti sino a superare il record di durata nel comparto (33 giorni oggi) che resisteva da 35 anni.
Quella di domani dovrebbe essere un’altra giornata di blocco totale per diversi settori. Ospedali, scuole, trasporti, tribunali (oggi gli avvocati hanno bloccato gli accessi a Palazzo di Giustizia di Nizza) si fermeranno un po’ ovunque.
Non c’è pace per il presidente Macron che dopo aver dovuto affrontare il movimento dei Gilet Gialli, sempre pronti a ripartire o a sostenere le proteste, adesso deve risolvere la questione pensionistica mentre a livello mondiale la situazione si complica parecchio. Ha comunque chiesto ai suoi collaboratori di trovare una rapida soluzione mentre il Ministro dell’Economia Le Maire ha promesso incentivi e sgravi fiscali per i commercianti che hanno subìto gravi perdite a causa dello sciopero.
Infine non si sono ancora registrate situazioni isteriche nei dintorni di stazioni di servizio e raffinerie ma le previsioni non sembrano rivolte all’ottimismo.