La recente crisi di Governo aprirà a breve scenari difficili da decifrare e tante sono le preoccupazioni che arrivano dal mondo imprenditoriale e del lavoro. Tornare al voto significa ripartire da zero e aver praticamente perso un anno. Sintomatico il calo della Borsa e lo spread tra Btp e Bund tedeschi che vola nelle ultime ore.
Tra gli imprenditori più preoccupati ci sono i produttori e distributori di ‘cannabis light’, settore che negli ultimi due anni ha visto una fortissima espansione anche nel Ponente ligure, con grandi investimenti e l’apertura di aziende e negozi dedicati.
“Dopo la sentenza della Cassazione del 30 maggio, la situazione è complicata,” spiega Gianluca Boeri, produttore di cannabis light di Taggia e presidente regionale Coldiretti Liguria.
“Viviamo in uno stato di continua incertezza – continua Boeri – dove la possibilità di vendita e produzione è a discrezione delle varie Procure. In alcuni casi, come quello recente della Procura di Parma, si è proceduto con le denunce e il sequestro preventivo di tutti i prodotti derivati dalla cannabis light. In altri casi la Procura ha deciso di non attuare i sequestri.”
Questo vero e proprio limbo necessità di un quadro normativo chiaro che stabilisca una volta per tutte la possibilità o meno di vendita di questi prodotti e in quali modalità.
“Con quella sentenza la magistratura ha fatto suo un compito che non gli competerebbe. Deve essere il Ministero della Salute a chiarire ogni aspetto con una legge e un intervento definitivo. Ma questa crisi di Governo non farà altro che tardare tutto di almeno sei mesi,” commenta Boeri.
Intanto in provincia di Imperia, sui banchi dei tabaccai, la cannabis light è praticamente sparita. “La Federazione Italiana Tabaccai ha inviato una circolare dicendo di ritirare la merce. Nel caso dei tabaccai si rischia la licenza e le conseguenze possono essere pesanti,” spiega Boeri. “Per quanto riguarda invece i ‘cannabis shop’ – prosegue – chi continua a vendere lo fa a suo rischio e pericolo. Ma non essendoci questioni di licenza le conseguenze sono comunque meno pesanti.”
Qual è invece la situazione per i produttori che negli ultimi anni hanno investito migliaia di euro nelle proprie aziende?
“Noi, e altre aziende in provincia di Imperia, abbiamo ricominciato la produzione ma su quantitativi più modesti. Del resto sia la legge 242 del 2017, sia il giudizio della Cassazione non hanno mai messo in discussione la legittimità della produzione delle infiorescenze, ma questa incertezza sulla vendita mette in grandi difficoltà anche noi. La produzione essendo annuale è necessariamente ripartita anche perché se dovesse sbloccarsi la situazione dobbiamo essere pronti. Ma così è insostenibile, si rischia di porre un freno a un settore che era in grande espansione,” conclude Boeri.