Esattamente 129 anni fa, in questo stesso giorno, il giornalista e avvocato anarchico Pietro Gori lasciava l’Italia alla volta di Lugano per fuggire dall’accusa di aver ispirato l’omicidio del presidente francese Sadi Carnot, avvenuto poco tempo prima a opera di Sante Caserio; tuttavia, il governo elvetico decise di non offrire rifugio al Gori e ai diciassette compagni che lo avevano seguito in tale spedizione: durante il viaggio di ritorno in patria, il militante scrisse le parole di quello che sarebbe diventato uno dei canti politici più famosi e amati di sempre, Addio a Lugano, conosciuto soprattutto come Addio Lugano bella.
Tante furono, nel tempo, le esecuzioni autorevoli di questo brano: a partire da Giorgio Gaber nel 1964, con Enzo Jannacci, Otello Profazio, Silverio Pisu e Lino Toffolo; fino ai Gufi e a Milva nel 1965, Maria Carta nel 1976, i 99 Posse nel 2016 e Francesco Guccini nel 2022; inoltre, la stessa canzone servì da ispirazione per la celebre Lugano Addio di Ivan Graziani.
Il testo del canto recita:
Addio Lugano bella, o dolce terra pia;
Scacciati senza colpa, gli anarchici van via
E partono cantando con la speranza in cor!
Ed è per voi sfruttati, per voi lavoratori
Che siamo ammanettati al par de’ malfattori,
Eppur la nostra idea è solo idea d’amor!
Anonimi compagni, amici che restate,
Le verità sociali, da forti, propagate:
Questa è la vendetta che noi vi domandiam!
Ma tu che ci discacci con una vil menzogna,
Repubblica borghese, un dì n’avrai vergogna:
Noi oggi ti accusiamo in faccia all’avvenir!
Elvezia, il tuo governo schiavo d’altrui si rende,
D’un popolo gagliardo le tradizioni offende
E insulta la leggenda del tuo Guglielmo Tell!
Scacciati senza tregua, andrem di terra in terra
A predicar la pace ed a bandir la guerra:
La pace tra gli oppressi, la guerra all’oppressor!
Addio, cari compagni, amici luganesi,
Addio, bianche di neve, montagne ticinesi,
I cavalieri erranti son trascinati a nord!
Nonostante la larga diffusione del brano, in ben pochi sanno che questo canto ha uno stretto legame con il nostro territorio; infatti, sia la musica, in chiave di sol e con un tempo di 6/8, che il testo, sono stati presi in prestito da Gori da un antico canto popolare, intitolato Addio a San Remo bella. Il canto in questione, intonato da gruppi di militari toscani alla loro partenza dopo un soggiorno presso la Città dei Fiori, recitava così:
Addio, San Remo bella, o dolce terra mia,
Del mare tu sei stella, ma deggio andare via
E parto sconsolato, ma spero di tornar!
Non più quel dolce canto risuonerà sull’onde,
Quel canto che, da lungi, soave mi risponde
E serberò rimpianto per quel canto d’amor!