partito democratico

Il Pd Città di Imperia è intervenuto con una nota stampa in merito a quanto accaduto ieri in Consiglio Comunale sulla mozione del conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre.

’Quel numero tatuato 75190 lo porto con onore perché è la vergogna di chi lo ha fatto’, con queste parole Liliana Segre, classe 1930, risponde così, in una delle molteplici interviste, a chi le chiede se portare quel segno evidente di prigionia le procuri fastidio.

Diventata nel corso degli anni un punto di riferimento per tutti noi, mai avremmo pensato che questa Donna potesse diventare argomento di scontro e di polemica. Per usare una parola di moda in questi tempi, divisiva. Sì, Liliana Segre, a quanto pare, è divisiva. Che cosa possa dividere non si capisce bene, o forse si capisce fin troppo bene. Accade così che in un Consiglio Comunale in cui chiediamo che le venga concessa la cittadinanza onoraria, la maggioranza risponda, in maniera non compatta, con un voto contrario evidenziandone le spaccature.

Liliana Segre è stata oltraggiata un’altra volta, dopo la sua terribile esperienza di cui ci è preziosa testimonianza, questa Donna continua ad essere vittima delle meschine ripicche di una politica che spesso sa dare una pessima immagine di sé. Il rifiuto della mozione con cui il Partito Democratico di Imperia proponeva per la Segre la cittadinanza onoraria, non offende la diretta interessata che, a nostro avviso, non si farà certo toccare da bassezze e da giochi di palazzetto, ma offende la comunità tutta.

Offende coloro che gli orrori della guerra li hanno vissuti e li possono ancora raccontare, offende la memoria di quanti non sono più tra noi, ma che ci hanno lasciato il compito di ricordare, offende il Sacrificio di quanti in quella guerra hanno dato la vita per rendere la nostra meno peggio della loro, e offende i giovani. Quei giovani ai quali tutti noi, senza distinzioni di parte politica, abbiamo il dovere di tramandare una lezione di Storia e ai quali invece spesso sappiamo solo offrire lezioni di meschinità, di calcolo di pesi e contrappesi, in una parola di politichetta spicciola e svilita.

Quei giovani che vorremmo presenti e attenti in occasioni ufficiali (e a volte roboanti) e che invece dovremmo educare e coinvolgere in modo sistematico, discreto e continuo attraverso ogni nostra azione quotidiana, quei giovani ai quali parliamo di confronto democratico, quei giovani ai quali raccontiamo di essere il nostro domani, quei giovani hanno avuto oggi un pessimo esempio di Democrazia. Liliana ed Imperia non meritavano lo spettacolo da operetta andato in scena ieri sera.”