Tra titoloni giornalistici e concorsi pubblici che destano scalpore, a qualche imperiese sarà sfuggito il grido d’aiuto lanciato dal Presidente del Tribunale Eduardo Bracco. Come riportato nei giorni scorsi, anche a livello nazionale, da ‘Il Dubbio’ (tra le principali testate di informazione politica e giudiziaria) e ripresa da ‘Il Fatto Quotidiano’, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato sollecitato per l’allarmante carenza di organico. Addirittura per il Presidente della Corte di Giustizia ponentina si configurerebbero le condizioni per la chiusura, con i dati che sarebbero un record negativo sul panorama nazionale.
La missiva, inviata anche alla Corte d’Appello di Genova in data 11 agosto, è un vero e proprio allarme dato che il tasso di scopertura del personale amministrativo è del 63%, il più alto d’Italia. Numeri che si sono aggravati nel tempo, visto il ‘solo’ 26,5% del 2019. Ad oggi, su 116 posti totali soltanto 52 vengono occupati dai dipendenti e 9 di questi usufruiscono dei benefici della legge 104. Dati che crollano per il giudice di pace: è operativo un solo magistrato, con una scopertura del 90%.
Il Tribunale di Imperia non è l’unico a versare in queste condizioni e si aggiunge alla lunga lista di segnalazioni provenienti dai vari territori: nelle corti locali, gli amministratori del diritto sono costretti a lavorare in condizioni al limite. Ma è una situazione che non sembra rientrare nei grandi temi proposti dal Ministero. La testata diretta dal noto giornalista Marco Travaglio parla di carenze-record e, tra i dati messi in luce il più allarmante riguarda i cancellieri (fondamentali per ogni singola udienza): soltanto 2 (anziché dodici), a fronte di 21 magistrati. Ed anzi “L’ unico autista presente lavora stabilmente nella cancelleria”.
Eduardo Bracco, nel messaggio, ha parlato di “situazione da chiusura del tribunale” proponendo, al tempo stesso, l’utilizzo delle graduatorie dei concorsi pubblici indetti dai Comuni di Imperia, Sanremo e Ventimiglia e dalla Provincia per nuove assunzioni. Una soluzione auspicabile per generare lavoro e che, magari, avrebbe evitato seccanti querelle all’interno anche dei Palazzi Civici.
Ad ogni modo, all’orizzonte non paiono esserci soluzioni immediate “la criticità è destinata ad aggravarsi, anche perché – scrive Bracco – non vi sono concreti margini di miglioramento se non previo un rinfoltimento consistente del personale.” Dall’ amministrazione locale arriva l’aiuto più concreto che però non sistema la situazione “Da un lato non si hanno notizie di arrivi, dall’altro, entro i primi mesi del 2024, andranno in pensione cinque dipendenti ed ulteriori tre potrebbero aggiungersi. Ci avvaliamo, in forza di convenzione col Comune di Imperia, dell’apporto di alcuni percettori del reddito di cittadinanza, le cui possibilità e tempi di impiego sono comunque estremamente limitate e, in ogni caso, tale esperienza volge al termine” sottolinea il mittente.
Il Presidente ha così firmato un ordine di servizio per scongiurare il fermo delle attività all’interno del palazzo di Giustizia, riducendo i carichi come l’apertura al pubblico delle cancellerie. I numeri sciorinati sono davvero preoccupanti e, come rilevato da Bracco, le conseguenze sono un calo dell’efficienza delle prestazioni, difficoltà nelle relazioni oltre ad aumento di errori. Tra i dati più allarmanti c’è la mancanza di undici funzionari su ventuno; percentuale che si alza addirittura all’ 80% per quanto riguarda la mancanza di conducenti. Soprattutto non c’è un dirigente amministrativo, preposto al coordinamento di risorse umane, finanziarie e strumentali dell’ufficio: incarico al quale, da anni, supplisce lo stesso Bracco.
Dalle righe de ‘Il Dubbio’, è intervenuto anche Giancarlo Giordano, presidente dell’ Ordine degli Avvocati di Imperia che, purtroppo, ha avallato la lettera di Bracco sottolineando le criticità: “Le carenze del comparto giustizia riverbereranno i propri effetti sull’utenza e, come al solito, sugli avvocati, che potranno accedere alle cancellerie per due sole ore, tra le 10 e le 12, dovendo, al contempo, svolgere le consuete attività d’udienza.” Inoltre Giordano mette sotto la lente il palazzo di giustizia perché sito una zona di frontiera, interessata da forti penetrazioni della mafia: “ E’ inconcepibile ed inaccettabile che un Tribunale provinciale, il cui territorio ricomprende una zona di frontiera da sempre particolarmente interessata da fenomeni di una certa rilevanza criminale e criminogena, basti citare le plurime relazioni della Dda distrettuale sulle infiltrazioni di ndrangheta nell’estremo ponente ligure, venga lasciato in una situazione oltremodo deficitaria” chiude il presidente dell’Ordine.