“A Imperia ci sono 650 persone in isolamento, 280 positivi in vigilanza attiva. I morti sono il 127% in più dei morti nello stesso periodo dell’anno scorso”.
Inizia con i dati del contagio da Covid-19 l’intervento del sindaco di Imperia Claudio Scajola, che, attraverso una diretta sulla sua pagina Facebook istituzionale, chiarisce le motivazioni che lo hanno portato a firmare l’ordinanza di questa mattina. Un provvedimento che proroga quanto già stabilito fino a oggi e che segue la strada impartita dal governo Conte, bocciando di fatto l’ordinanza di Regione Liguria.
“I dati complessivi nazionali ci indicano che questa curva sta scendendo, in alcune realtà in maniera più forte, in altre regioni in maniera non ancora soddisfacente – dichiara Scajola. – A Imperia siamo fra i dati più alti nella nostra regione e quindi il fanalino di coda”.
Sugli aiuti ai cittadini: “Abbiamo, tra i primi, dato subito a più di mille nuclei familiari un aiuto in contanti – spiega. – Si stanno raccogliendo le domande per un aiuto sugli affitti. Agli ultra 75enni, ricordo che a Imperia ci sono più di 2200 persone sole, abbiamo dato un aiuto tramite gli assistenti sociali, i volontari, le associazioni di volontariato che si sono date da fare”.
Il primo cittadino affronta poi il tema degli esercizi commerciali: “Tanti i negozi, bar, ristoranti, parrucchieri in grandi difficoltà. Abbiamo gestito la situazione perché si potesse aprire il prima possibile. Questa è una guerra e ognuno non può dire quello che vuole. Io non posso fare altro che adeguarmi alle regole che dà il Governo, che si avvale di scienziati e collaboratori che hanno conoscenza di come va gestita questa pandemia. Non si può pensare che ogni diversa autorità dello Stato dia norme diverse uno dall’altro”.
Poco fa, nel corso di una diretta Facebook, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha così commentato la decisione del sindaco Scajola di non applicare l’ordinanza regionale: “Ritengo sia un’opportunità persa per i suoi cittadini, per i ristoratori, per chi sarebbe andato a pescare, ma lui è il sindaco e saprà valutare la situazione”.
“Ho sentito il presidente Toti ancora stamattina – dichiara Scajola – nulla di personale, nessuna polemica, forse una visione dello Stato diversa. Siccome il Governo ha emanato una direttiva su cui si aprirà la seconda fase a partire dal 4 di maggio, fra una settimana, trovo che non fosse opportuno anticipare di sei giorni alcune cose in contrasto con le disposizioni del Governo. Le stesse forze di Polizia non sanno cosa fare”.
“Quando mi viene detto che quello è il vademecum da rispettare – aggiunge il primo cittadino – non posso che ubbidire e fare in modo che queste misure siano preparate finché finalmente si possa iniziare un percorso di ripresa, a partire dal 4 maggio. Non si può comandare in troppi quando si è in guerra: comanda uno solo.
So che alcuni sono rimasti delusi, ma se tutto funziona avremo una possibilità di crescita enorme. Ci vuole ancora un po’ di sacrificio”.
In queste ore non sono mancate le polemiche sulla decisione di proseguire il lockdown e al contempo tenere aperti i mercati alimentari all’aperto. “La norma prevede che gli alimentari devono essere aperti – chiarisce Scajola. – Spiegatemi perché devono essere aperti quelli al chiuso, in un negozio, e non quelli all’aperto organizzati e disciplinati. Mi muovo secondo le regole previste dalla normativa nazionale”.
“Se riusciremo a dimostrare che questi dati negativi, relativi al contagio, riusciamo a migliorarli, allora potremo avere un avvenire più positivo – conclude il primo cittadino. – Facciamo l’ultimo sacrificio, stiamo ancora molto attenti. Dobbiamo capire che in fondo ancora sei giorni li possiamo sopportare”.