Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’esponente locale di Sinistra Italiana Lucio Sardi.
“La cultura dovrebbe essere un campo lasciato libero dai condizionamenti della politica. Dovrebbe essere un mondo dominato dalla creatività a cui la politica dovrebbe garantire spazi e finanziamenti adeguati per consentirgli di svolgere il suo fondamentale ruolo di arricchimento della società.
Questo accade in un luogo normale, ma ad Imperia, dove è in vigore un sistema capillare di controllo di ogni settore dell’attività amministrativa, anche il mondo della cultura deve sottostare ai voleri del potere politico.
Succede così che le ormai modeste risorse garantite dalla Fondazione Carige (dove il volere del Sindaco Scajola è ben rappresentato) vengano destinate quasi unicamente per finanziare discutibili operazioni di “marketing culturale” utili soprattutto a soddisfare l’ego del detentore del potere e dei suoi prediletti, beneficiari di sostegni ed attenzioni ad altri negate.
In questo contesto si inserisce l’iniziativa “Una mattonella al Parasio” che vede protagonisti lo stesso soggetto finanziatore, la stessa direzione e la stessa discutibile visione artistica vista all’opera con la sirenetta “impalata” sul molo lungo di Oneglia.
Agli incolpevoli autori delle mattonelle, i quali hanno sicuramente cercato di offrire il proprio contributo creativo, è stata riservata una collocazione delle proprie opere priva di senso, in quanto difficili da osservare e assurdamente raggruppate su un unico muraglione. Che senso abbia ammassare delle piccole mattonelle artistiche appiccicandole a un muraglione, a altezze eccessive che non ne consentono l’osservazione da vicino e completamente avulse dal contesto del Parasio, è un dubbio che è stato spazzato via dalla maestosa inaugurazione organizzata, nella quale si è misurato lo spessore artistico della proposta dal numero dei presenti al taglio del nastro.
Per cercare di dare un senso all’operazione sarebbe stato sufficiente costruire un percorso artistico nel Parasio scandito dalle singole mattonelle, magari collocate ad altezza d’uomo, per accompagnare la visita del borgo, ma questo non avrebbe consentito al sindaco di farsi immortalare raggiante sotto ad opere costrette simbolicamente a disporsi in fila indiana al suo cospetto.
Fa riflettete che proprio quel muraglione fu già oggetto di ben più gravi rischi ai tempi dell’assurdo progetto di riqualificazione del Parasio partorito dall’ultima giunta di centro destra. Progetto che prevedeva in quel punto un inutile e deturpante ascensore che venne poi fortunatamente cancellato dall’amministrazione Capacci.
Uno spaccato del sistema di controllo verticistico sulla cultura è stato involontariamente svelato in un incontro pubblico da Stefano Senardi (sicuramente uno dei più autorevoli esperti della cultura musicale in Italia) quando ha raccontato, senza alcun intento polemico, come il percorso per l’accettazione da parte del Comune della generosa donazione della sua ricca collezione musicale abbia previsto un vaglio preventivo del Sindaco Scajola. Perchè a Imperia anche la donazione di una preziosa raccolta musicale fatta da un autorevole e stimato cittadino deve essere passare per le maglie del volere di colui che tutto decide, ma che mai si assume la responsabilità se le cose vanno male. Una sorta di MinCulPop monocratico ribattezzabile in MinCulClaud.
Per chi non rispetta i riti del potere di una città che ha investito pochissimo in cultura ed ha mascherato l’assenza di un calendario di manifestazioni estive cannibalizzando quelle organizzate dalle associazioni locali, non sono invece rimaste neanche le briciole.
Un metodo, quello sopra descritto, rivelatosi efficace per rimpolpare la brochure degli eventi estivi ma che ha poi finito per causare un danno di immagine della città.
Ci riferiamo alla situazione venutasi a creare quando l’amministrazione cittadina, che ricordiamo è guidata da un indagato per favoreggiamento della latitanza di un condannato per mafia, non ha mandato alcun suo rappresentante alla presentazione del libro presentato dal procuratore antimafia Gratteri, uno degli eventi più attesi del calendario delle manifestazioni estive del Comune.
Peggio ancora è andata a chi evidentemente non ha dimostrato accondiscendenza, o peggio espresso volontà di autonomia rispetto al MinCulClaud locale, come capitato al Comandante Flavio Serafini.
Ad un uomo al quale non si può negare una rilevante conoscenza della marineria italiana (testimoniata dai tanti suoi libri pubblicati) ed una grande tenacia e passione nel far nascere e crescere il Museo Navale cittadino, è stato infatti riservato un autentico sfratto dal museo che senza di lui non sarebbe mai nato.
Non sorprende poi che nei giorni dell’edizione del raduno delle vele d’Epoca più modesto mai realizzatosi, il Museo Navale che poteva arricchirlo fosse invece tristemente chiuso.
Perchè per l’amministrazione Scajola evidentemente l’unica cultura che conta è quella che si può sfoggiare come espressione del proprio potere”.