Continua a far discutere la rinuncia del Capo della Polizia Franco Gabrielli alla cittadinanza onoraria di Imperia. La motivazione sarebbe dettata dall’uscita, nel corso della votazione in sede di Consiglio comunale, dei consiglieri Lanteri, Savioli, Gatti, Verda, Abbo, Gaggero, Ranise e La Monica.
Quest’oggi la minoranza di centrodestra ha indetto una conferenza stampa per chiarire quanto accaduto ieri sera, e per spiegare le motivazioni che hanno portato ad abbandonare l’assise.
“La scelta è derivata da due ragioni – spiega Davide La Monica, consigliere di “Vince Imperia” – La prima è che abbiamo notato ancora una volta un modus operandi del sindaco che denota la mancanza totale di rispetto nei confronti dei gruppi di opposizione. Infattti, poco prima del Consiglio, abbiamo ricevuto un invito per recarci alla premiazione del Prefetto Gabrielli, senza ancora aver votato la pratica. Questo rappresenta una violazione palese dei principi base della democrazia.
Per quanto riguarda le pendenze giudiziarie del sindaco, noi Consiglieri di centrodestra siamo dei convinti garantisti, pertanto secondo noi il sindaco è un incensurato ed è un cittadino come noi. Su questo non abbiamo nulla da dire. Certo è che conferire la cittadinanza onoraria al vertice della Polizia da parte di una persona che ha una pendenza giudiziaria di questa gravità, lo riteniamo un po’ avventato. Pertanto crediamo che il conferimento di tale onorificenza sarebbe dovuto avvenire una volta terminato il processo nei confronti del sindaco pendente a Reggio Calabria”.
Compatta la posizione dei consiglieri anche nei confronti della capogruppo del M5S Maria Nella Ponte, “A mio avviso il presidente Camiolo ha sbagliato a non lasciar concludere la consigliera Ponte perché non stava parlando della vita privata di Scajola, ma in riferimento alla sua vita politica”, ha spiegato Luca Lanteri.
Il consigliere Gaggero ha posto invece l’attenzione sull’intervento del consigliere di “Imperia al Centro”, Edoardo Verda, che per primo è intervenuto sulla pratica. “L’onestà intellettuale di un giovane di ventun anni merita rispetto e per questo voglio fargli un applauso”. Sugli attacchi ricevuti, Gaggero risponde che “chi esprime le proprie idee non può essere attaccato in questo modo, altrimenti si finisce in dittatura. C’è già qualche avvisaglia, come ad esempio gli applausi in Consiglio: sempre più frequenti benché vietati”.