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L’associazione “La Giraffa a Rotelle” è una delle realtà più solide presenti sul territorio di Imperia. Nata nel 2017 da un sogno condiviso dai suoi membri e da una parte della comunità, ad aprire le porte della sua fondazione è stata la necessità di una migliore qualità di vita per il giovane Matteo, da sempre affetto da una grave disabilità, arrivato in Liguria da Firenze con la sua famiglia.

Riviera Time ha incontrato la madre di Matteo, nonché fondatrice e attuale presidente dell’associazione, Michela Aloigi, per ascoltare la loro storia e conoscere l’evolversi delle loro attività sul territorio.

“Quando siamo arrivati qua abbiamo visto che tante cose non potevano essere fatte da Matteo: tutto ciò che per altri era normale per noi era infattibile“, esordisce ai nostri microfoni. “Ho iniziato di conseguenza a ragionare per inventarmi qualcosa: il primo pensiero è stato raccogliere fondi per mettere un’altalena adatta alle persone in sedia a rotelle al parco urbano. È in questo momento che, per ragioni di natura burocratica, è nata legalmente l’associazione”.

Lo scopo de “La Giraffa a Rotelle” è rimasto lo stesso da allora, ovvero consentire di vivere la città, il suo quotidiano, a tutte le persone con gravi disabilità: “Siamo poi riusciti ad acquistare, per esempio, una bicicletta che possa portare le persone in sedia a rotelle. È proprio questo il nostro obiettivo: far vivere tutti. Sembrano realtà scontate, ma non lo sono: per chi ha una disabilità tutto è un dono“.

“Matteo aveva una capacità unica di vedere il mondo, un modo speciale”, aggiunge Michela. “Lui ci ha insegnato che la disabilità non è mai una limitazione all’essere felici, per merito suo oggi lottiamo per costruire un mondo che sia più inclusivo, non solo per i bambini”.

Il nome stesso, “La Giraffa a Rotelle”, è un omaggio a Matteo, chiamato affettuosamente ‘giraffetta’ dalla madre. L’animale rappresenta la capacità di vedere sempre il sole, possibilità data dal collo alto, mentre le rotelle simboleggiano il legame con la sua sedia a rotelle, vista non come un limite ma come uno strumento per esplorare il mondo.

“Mi ricordo quando un giorno, durante una passeggiata al parco, l’altro mio figlio mi disse che voleva che tutti i bambini avessero un posto dove giocare insieme, senza barriere. È stato il momento in cui ho capito che il suo sogno di giocare con Matteo sarebbe diventato il mio”.

Oggi, quell’idea è diventata realtà grazie ai parchi inclusivi che l’associazione ha contribuito a creare, luoghi dove i bambini possono giocare fianco a fianco, senza differenze. “Un po’ per volta abbiamo raccolto i fondi necessari a ristrutturare l’area e renderla adatta ad accogliere tutti, alla fine abbiamo realizzato un parco dal valore di circa € 80.000. Penso che stare con gli altri non abbia età e penso anche che andare su un tappeto elastico raso terra in sedia a rotelle possa emozionare anche un anziano che non ne ha mai avuto la possibilità”.

Michela ha poi spiegato come l’associazione non si limiti a costruire spazi inclusivi, ma voglia soprattutto educare le persone a guardare oltre la disabilità: “Non si tratta solo di abbattere barriere fisiche, si tratta di abbattere i muri dentro di noi, quelli che ci impediscono di vedere le persone per quello che sono veramente”.

La donna ha infine voluto lanciare un appello attraverso i nostri microfoni, rivolto ai cittadini dell’imperiese: “Da soli non possiamo fare niente, abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno non solo di donazioni, che ben vengano in qualunque momento, ma soprattutto abbiamo bisogno di sostegno. Chi ha competenze e tempo libero e desidera unirsi a noi, è il benvenuto. Ci fareste un grossissimo regalo”.

L’intervista di Letizia Li Causi a Michela Aloigi nel video-servizio a inizio articolo.