Giunge la risposta del vicesindaco del Comune di Imperia, Giuseppe Fossati, alle parole del consigliere Guido Abbo sulla vicenda Sairo:
“Leggo un farneticante intervento del Gruppo Imperia al Centro dal quale, francamente, risulta evidente che il Cons.Abbo ed il Cons.Verda non abbiano capito nulla, ma proprio nulla, della pratica Sairo.
Comprendo il Cons.Verda, che è alla sua prima esperienza, è giovane, è quindi giusto dargli tempo ed essere indulgenti.
Però, che Cons.Abbo, già vice Sindaco, non sappia leggere e comprendere le carte di una pratica amministrativa lascia perplessi.
In vero, visto il risultato della sua azione nella giunta Capacci, il dubbio che Abbo capisse poco delle pratiche amministrative mi era già sorto.
Oggi ne ho maturato la certezza.
Detto questo, corre l’obbligo di sottolineare come il Cons.Abbo, che evidentemente studia poco e capisce meno, confonda la realtà oggettiva dei fatti con quanto asserito da una società privata che, ovviamente, prospetta un quadro a sè favorevole e contrario agli interessi del Comune di Imperia; interessi che, peraltro, anche Abbo dovrebbe tutelare.
Non è vero, come dice Abbo, che ci sia “un progetto pronto a partire, con tutti i permessi della Sovrintendenza” che “potrebbe dare il via alla riqualificazione dell’area, con la realizzazione di alloggi privati e di un ostello di proprietà del Comune”.
In primo luogo, perché “i permessi della sovrintendenza” non sono titolo a far partire alcunchè: senza il titolo edilizio, che compete al Comune rilasciare, non si può fare nulla.
In secondo luogo, forse ad Abbo è sfuggito, perché la società privata che pare stargli tanto a cuore, non ha affatto chiesto di riqualificare l’area e di realizzare anche il fantomatico ostello; al contrario, ha chiesto solo di poter costruire un bel palazzotto con tanti appartamenti. Nulla a che vedere con l’ostello e la riqualificazione complessiva dell’area. Quanto alla palestra pubblica, è propria sparita dai radar.
In altri termini: la pratica approvata dall’Amministrazione Capacci è stata stracciata dalla Sovrintendenza, la Sovrintendenza ha autorizzato una diversa soluzione progettuale complessiva che impone una nuova contrattazione con il Comune, il privato non ha peraltro mai chiesto di realizzare quella diversa soluzione progettuale complessiva, ma ha chiesto solo di fare quello che gli interessa: appartamenti, con buona pace della “riqualificazione dell’area”.
Si tratta di fatti oggettivi.
Detto questo, spiace deludere il Cons.Abbo, a cui evidentemente piacerebbe arrecare al Comune di Imperia un nuovo danno da oltre un milione di euro: l’immobile storico è certamente di proprietà del Comune di Imperia ormai da molti anni e non deve, né essere restituito, né essere pagato alla Imperia Sviluppo.
Il Cons.Abbo, che evidentemente ha molto a cuore gli interessi di tale società e molto poco a cuore gli interessi del Comune, se ne faccia una ragione e, la prossima volta, studi meglio le carte.
Se non le capisse, come a questo punto mi pare altamente probabile, mi offro sin d’ora di farli un disegno”.