Quale è il tormentone di questo inizio anno 2023? Di che si discute nella nostra provincia, nella Riviera dei Fiori e non solo?
Una risposta, sinteticamente, ce la danno due versetti di una bella canzone, scritta 43 anni fa, nel 1980, dal rocker Edoardo Bennato: “Sono solo canzonette, ma che politica, che cultura…”. Per dirla all’inglese “same old stuff”, attualizzando si parla e straparla sopra tutto di Festival e di elezioni comunali. Principalmente, per quanto riguarda il ponente ligure, dei centri maggiori di Porto Maurizio-Oneglia, Ventimiglia e Bordighera.
Chi vincerà al Teatro Ariston? Chi vincerà nei Municipi imperiesi, di tutti gli altri della Liguria e dell’Italia intera dove presto si andrà a votare?
Ad Imperia la situazione è certamente curiosa. Per certi versi singolare. Il sindaco uscente, l’ex pluri ministro Claudio Scajola, per lunghi anni braccio destro, uomo di super fiducia di Berlusconi, oggi anche presidente della Provincia e vicepresidente Anci Liguria, si ricandida e punta alla vittoria per ridiventare così per la quarta volta sindaco di Imperia. La particolarità, l’originalità, la stranezza di questa normale aspirazione è che Scajola, personaggio discusso, ma senza dubbio politico di razza, che non si ferma neppure davanti ad un carro armato, che a differenza della moltitudine di altri che prima promettono, parlano, parlano e non fanno mai nulla, lui prima fa, poi ancora fa, fa e poi parla. Lui che è stato anche Ministro dell’Interno, come Andreotti ed il suo padrino di cresima Paolo Emilio Taviani, potrebbe avere come competitor, avversari da battere, tre personaggi, tre con la divisa. Tutti tosti. Il colonnello dei carabinieri Luciano Zarbano, attualmente in servizio allo Stato Maggiore della Liguria, circa 10 anni fa già comandante dell’Arma proprio ad Imperia; Ivan Bracco, capo della Polizia Postale di Imperia, recentemente promosso sostituto commissario avendo superato il concorso del Ministero dell’Interno; l’ex generale dei carabinieri Vincenzo Costantini.
Il comandante Zarbano piacerebbe al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e sarebbe il candidato di FdI.
Il commissario Ivan Bracco, area centrosinistra (“nemico n.1 dell’ex ministro?”, sua l’indagine del porto turistico di Imperia, l’arresto in Comune del costruttore Francesco Bellavista Caltagirone (assolto al processo a Torino); all’epoca sindaco di Imperia era Paolo Strescino amico e simpatizzante di Giorgia Meloni, svolse indagini anche al Casinò di Sanremo, in prima linea contro la pedopornografia online, infiltrazioni mafiose, poliziotto tenace più volte premiato), si dice potrebbe presentarsi candidato di “Rinascita Sociale”, associazione socio culturale indipendente, guidata dall’avvocato Loredana Madaffari che lo stima molto. Modaffari ha più volte dichiarato che se Ivan Bracco decidesse di candidarsi lo vedrebbe bene come sindaco e lo appoggerebbe senza indugio.
Il terzo uomo con la divisa, l’ex generale dei carabinieri Vincenzo Costantini, anche lui molto conosciuto ad Imperia, militerebbe nella terza lista avversaria dell’ex ministro Scajola con candidato sindaco l’ingegnere Enrico Lauretti, fondatore dell’associazione (e lista?) “Società Aperta”. Lauretti ha lavorato in Provincia, è un indipendente vicino al centro destra, aperto però anche a Pd, Psi e a chiunque voglia impegnarsi e curare i mali di Imperia, rilanciarla in ogni settore, partendo dal turismo, agricoltura, dieta mediterranea, il sociale, l’interesse di tutti. Avrebbe difficoltà ad allearsi con Bracco.
Insomma ci sarebbe ancora molto da chiarire. Scajola, “u ministru”, per esempio questa volta pare deciso ad accogliere con se, essendo nato nella DC e rimasto democristiano, anche il centro destra, Lega, FdI e via cantando. Non vorrebbe però assolutamente nessun simbolo, gazebo, bandiere dei loro partiti. Forse farebbe eccezione solo per quello del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, militandovi tra l’altro come importante assessore all’Urbanistica, Pianificazione territoriale ed altro il nipote Marco, figlio del fratello Alessandro, anche lui ex sindaco di Imperia. Tra zio e nipote però, molti dicono, non sia tornato a scorrere ancora completamente buon sangue, quindi… Quando si bisticcia in famiglia, tra parenti, in più quando c’è di mezzo anche la politica non si può mai sapere come e quando finirà. Se l’attuale Scajola sindaco non cambierà idea probabilmente anche la Lega, che pare stia tentennando, dovrà chiarire, decidere se stare con lui o contro di lui. Quest’ultimo rebus potrebbe però essere risolto già in giornata dal Sottosegretario di Stato Edoardo Rixi, essendo a Ventimiglia per siglare il passaggio di consegne tra l’ente Ferrovie ed il Comune. Senza dubbio parlerà anche di elezioni comunali con l’ex parlamentare Flavio Di Muro, che dovrebbe essere il candidato sindaco della Lega per la città di confine, poi incontrarsi con Claudio Scajola e risolvere il “giallo” alleanze e simboli di partito. Sì o no.
Una cosa è certa: “u ministro” singolarmente non ha rivali. Se mancassero alleati, i partiti di centro destra, la strada, con la Meloni che questa volta elettoralmente ha fatto bingo, potrebbe essere anche per lui in salita. Certo che Claudio Scajola, con il passato che ha, difficilmente potrebbe aprire le braccia a Fratelli d’Italia, alla sua leader maxima oggi Presidente del Consiglio, potente come non mai. Chissà come finirà. Però… Sapete quale è il primo nome sulla carta di identità di Claudio Scajola? Antonio. Il nome del Santo di Padova, del Santo dei miracoli. Non voglio essere assolutamente blasfemo, mi viene però in mente un frammento di un film di quando ero ragazzetto: “Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio”. Ricordate? Totò col megafono che si faceva pubblicità elettorale. Pellicola storica tra le più belle e più fortunate italiane, che porta bene a chi la ricorda e sorride.