Città amministrativa e post industriale l’una, città dalla spiccata vocazione turistica l’altra. Due comuni diversi, ma entrambi importanti per tutto il territorio provinciale.
Proprio per questo abbiamo deciso di riunire i sindaci, Carlo Capacci e Alberto Biancheri per parlare della loro esperienza amministrativa e delle loro città.
L’intervista doppia
Entrambi imprenditori di rilievo del ponente, avete deciso di esporvi in prima persona. Perché questa scelta e come si unisce la vostra attività politica con quella professionale?
Capacci: “Ho scelto di candidarmi Sindaco, perché da imprenditore vedevo una città morta e pensavo di poter dare un contributo mettendo a disposizione l’esperienza acquisita in campo imprenditoriale. Mi sono poi reso conto che avere a che fare con la pubblica amministrazione è una cosa completamente diversa dal gestire un’impresa privata. Ora capisco perché, vista da fuori, si noti un po’ di immobilità. Non è immobilismo, ma è la macchina burocratica amministrativa di un ente che in Italia non funziona.”
Biancheri: “La mia è stata indubbiamente una scelta ponderata. Continuo a fare l’imprenditore, ma ho fatto questa scelta perché consentiva di mettermi in gioco, dandomi la possibilità di occuparmi della mia città. È stata una scelta per il bene del territorio, per provare a dare qualcosa e ce la stiamo mettendo tutta.”
Entrambi avete superato il giro di boa di metà mandato come è andata fino ad ora?
Capacci: “In questi tre anni e mezzo ho trovato delle grandi problematiche nel Comune di Imperia. In parallelo, l’azione amministrativa che ho voluto portare avanti è stata quella di fare le cose proposte nel programma elettorale. Un 40% sono state realizzate o comunque sono in partenza. Contemporaneamente abbiamo dovuto gestire tutta una serie di criticità. Tipo la situazione finanziaria, l’appalto rifiuti Tradeco che è partito poco prima della mia elezione e si è rivelato un disastro totale. Quindi abbiamo dovuto affrontare l’emergenza rifiuti, cambiare ditta e risolvere il contratto Tradeco. Col senno di poi, è stato un bene per la città siccome c’era un contratto di sette anni che prevedeva una raccolta tradizionale con i cassonetti. Faremo partire il ‘porta a porta’.”
Biancheri: “Sono stati due anni e mezzo intensi. Pensiamo al primo anno con tutte le problematiche finanziare per arrivare a rispettare il patto di stabilità. Abbiamo passato momenti complicati, ma siamo riusciti malgrado tutto a portare delle delibere importanti in consiglio comunale come il PUC, che era da decenni che si aspettava, o la raccolta differenziata. Sono soddisfatto del lavoro fatto.”
Un obiettivo che vi siete prefissati ad inizio mandato e che siete orgogliosi di aver portato a termine?
Capacci: “Uno in particolare al quale io teneva era la realizzazione della multiutility comunale. Imperia aveva 11 società partecipate; a fine anno ne avrà una che avrà la gestione del porto, dei parcheggi, stiamo anche valutando se inserire la gestione delle mense scolastiche e potenzialmente potrà offrire altri servizi. Ricordiamo sempre che io sono un dipendente dei cittadini e devo dare delle risposte ad essi. Quello è un mezzo per dare risposte più rapidamente.”
Biancheri: “Gli obbiettivi che sono stati raggiunti sono tantissimi. Piccoli e grandi. Indubbiamente ci sono dei passaggi epocali per la nostra città. Il fatto di essere riusciti a spostare i chioschi di Piazza Eroi, un passaggio importante che da decenni si aspettava. Parliamo dei cantieri nautici e del loro spostamento per rendere sempre più appetibile e turistico il nostro Porto Vecchio. Ho lavorato un anno e mezzo per installare i primi passaggi rialzati a Sanremo: una piccolissima cosa, ma una grande soddisfazione. La nuova segnaletica, i semafori, portare l’acqua alle famiglie che da anni l’aspettavano.”
Un obiettivo, invece, sul quale state lavorando e che volete assolutamente centrare entro la fine del mandato?
Capacci: “Sicuramente portare a termine tutto l’iter che consenta la gestione completa da parte dell’amministrazione comunale del porto che è stato abortito dalla Porto di Imperia Spa. E avere, così, una fonte di reddito per il Comune che derivi dal porto. A causa dei continui tagli dello Stato ogni Comune deve trovare una risorsa economica all’interno del suo territorio. Un altro obiettivo che non era in programma elettorale, ma che vorrei raggiungere, è il sistema di raccolta ‘porta a porta’.”
Biancheri: “Parliamo di obiettivi non di sogni nel cassetto. A inizio mandato e sul programma elettorale si è parlato della riqualificazione del Porto Vecchio. Ci stiamo lavorando adesso; abbiamo ancora due anni e mezzo per portarlo a termine e su questo sto aspettando dei progetti interessanti che dovrebbero arrivare nei prossimi mesi. Poi un obiettivo importante è sicuramente quello del palazzetto dello sport. È decenni che se ne parla e sarei molto soddisfatto di riuscire a portare a termine anche questo grosso obiettivo.”
Sushi o cucina ligure?
Capacci: “Cucina tipica ligure, con un po’ di variante sui crostacei. Quindi tendenzialmente Costa Azzurra.”
Biancheri: “Assolutamente cucina ligure e pesce crudo.”
Quali sono le difficoltà principali nell’amministrare città importanti sul territorio quali Sanremo e Imperia?
Capacci: “Le difficoltà sono infinite e gran parte dovute alla burocrazia imperante nel nostro Paese. Inoltre, io sono favorevole allo ‘spoil system’. Quando un sindaco viene eletto dovrebbe avere il potere di decidere di sostituire i dirigenti che sono poi quelli che devono fare la traduzione pratica dell’indirizzo politico. Con questo non voglio dire che i dirigenti del comune di Imperia siano incompetenti, però visto che il Sindaco viene sempre accusato di tutto, scegliendosi lui i collaboratori, l’accusa sarebbe centrata.”
Biancheri: “Le difficoltà sono tantissime. Dalla burocrazia all’aspetto finanziario. Credo che per il comune di Sanremo, in questo ultimo anno, è anche il discorso del personale. Per le noti vicende, sappiamo tutti i problemi che abbiamo: un’anagrafe che svolge i suoi compiti ancora in orari ridimensionati, una sola persona che si occupa di tutti gli appalti del comune di Sanremo, ecc. Erano anche tutte persone con ruoli di responsabilità.”
Quali sono le sfide principali che Sanremo e Imperia dovranno affrontare nei prossimi anni?
Capacci: “Imperia deve cambiare pelle. Ha già scelto di diventare una città turistica, lo deve mettere in pratica. Lo deve fare in tanti modi diversi partendo dall’amministrazione che deve fare scelte che la portino ad essere una città turistica, e lo deve mettere in pratica anche coinvolgendo i commercianti, cercando di fargli cambiare mentalità. Se uno viene da noi alle 10 di sera e a fame, trova tutto chiuso. Inviterei ad essere un po’ aperti, ad uscire di casa al mattino sorridendo, ad essere una città turistica sotto tutti gli aspetti.”
Biancheri: “La sfida più grossa è quella di far capire alle persone che c’è una classe politica e un’amministrazione che fanno un determinato lavoro, ma in tutti gli obiettivi che ci poniamo ci dev’essere il coinvolgimento con tutta la città. Soprattutto con chi ha dei ruoli, come i nostri albergatori, i nostri commercianti fino a tutto quello che è il tessuto cittadino. La sfida più importante è quella di coinvolgere la città.”
Due città, quindi, che puntano sul turismo. C’è ancora spazio per l’industria, l’agricoltura e l’imprenditoria?
Capacci: “Io ritengo che non ci sia più spazio per l’industria classica. Abbiamo una carenza di infrastrutture di trasporto: è un problema di logistica. Vedo, invece, molto spazio per l’agricoltura e per gli agriturismi. Questi fanno parte di un percorso turistico e di un’offerta globale che il territorio può dare, unitamente al clima e alle sue bellezze. Penso anche che ci sia spazio per società che operano nel terziario avanzato con sedi in Lombardia e che magari stanno tutto l’inverno nella nebbia e al freddo. Noi potremmo offrire loro una collocazione migliore anche con dei ribassi sulle tasse comunali.”
Biancheri: “Fatta a me questa domanda… ovviamente rispondo di si per l’agricoltura. Vedo ancora dell’interesse, ci sono ancora degli ambiti di crescita. Però il turismo è il primo degli obiettivi. Dobbiamo lavorarci tanto, dobbiamo puntare su un turismo diverso, dobbiamo portare più qualità all’interno della nostra città. Non dimentichiamo anche tutte le eccellenze: la pista ciclopedonale, l’entroterra, il centro storico, senza dimenticare il campo golfo, l’equitazione, lo Yacht Club e tutte le strutture sportive.”
Nel poco tempo libero che rimane, cosa fanno i sindaci di Imperia e di Sanremo?
Capacci: “Navigo su internet. Ogni tanto guardo qualche film, ma veramente il tempo non è che sia molto. Lo sottraggo al sonno.”
Biancheri: “Famiglia. Ho due figli ancora giovani, una moglie e dunque il poco tempo che rimane lo si dedica a loro.”
Parliamo dell’oliva taggiasca e dell’eventuale scelta di difendere questo prodotto con una DOP. Qual è l’importanza della taggiasca per tutta la provincia e quali sono i rischi nel perdere un brand del genere?
Capacci: “L’industria olearia è una parte fondamentale di Imperia. Abbiamo la più grossa industria olearia italiana, più tantissime altre nate alle sue spalle. Quindi penso che la tematica sia importate per il Comune, per la Provincia e per il territorio ligure. È chiaro che un marchio esiste e va difeso, ma bisogna andare un po’ oltre il concetto di marchio, investire sul territorio, dire che da noi si fa l’olio, che è buono, senza andare ad infilarsi in queste dispute.”
Biancheri: “Sono sempre più propenso a parlare di fiori piuttosto che di olive, ma sicuramente il tema non cambia. Oggi avere dei marchi è necessario, ma non basta il marchio a distinguere un prodotto. Dietro servono delle risorse, serve poter investire per far arrivare questo marchio a chi va ad acquisire il prodotto. Sia con il fiore, sia con le olive, è giusto che ci sia una riconoscibilità tramite il marchio, ma dobbiamo pensare che Sanremo e Imperia sono una briciola nel mondo. Dobbiamo pensare ad un discorso più ampio. Dobbiamo investire sulle nostre eccellenze, ma dobbiamo avere le capacità di farle conoscere alla signora ‘Maria’ che le va a comprare sullo scaffale del mercato.”
Lasciamoci con un augurio. Quando non sarete più sindaci, per cosa vorreste essere ricordati?
Capacci: “Personalmente vorrei essere ricordato per aver fatto qualcosa di buono per la mia città, che è il motivo per cui mi sono candidato.”
Biancheri: “Noi in questo momento siamo ancora nella fase dei fatti. Comunque, qualsiasi scelta si andrà a fare per migliorare il nostro territorio e la nostra città, dobbiamo porci l’obiettivo di portare più lavoro a tutti. Mi piacerebbe essere ricordato per questo.”