Era di qualche giorno fa la notizia della decisione presa da Carlo Carpi, candidato sindaco alle scorse amministrative del Comune di Imperia, di ricorrere al Tar per le presunte irregolarità riscontrate a seguito delle elezioni.
In particolare, ciò che contesta l’imprenditore genovese sono delle problematiche relative alle presentazioni delle liste, irregolarità che se accertate, potrebbero anche invalidare le elezioni dello scorso giugno.
Oggi Carpi si è recato in Comune presso l’ufficio URP per ritirare alcuni documenti da cui sono emersi diversi particolari.
“Nell’atto di accesso avevo già controllato questi aspetti. Mi è stata fornita l’autorizzazione all’utilizzo del simbolo su firma notarile del responsabile del partito nazionale sia della Lega che del Pd che all’atto dell’accesso non c’erano. Nessuno li ha visti, lo verificheremo”, commenta Carpi.
Un aspetto più di fino è la richiesta sulla documentazione relativa al godimento dei diritti politici dell’attuale sindaco Claudio Scajola: “Non sto sindacando che non li abbia ma da un punto di vista formale per presentare una lista bisognerebbe depositare il certificato di godimento dei diritti mentre mi è stato consegnato soltanto il certificato alle liste elettorali”, spiega.
L’elemento più rilevante sono gli atti presentati dal candidato sindaco Alessandro Casano: “È assolutamente differente rispetto a quelli che sono i dettami. C’è un atto principale su due pagine, al posto che un protocollo di quattro. L’elemento rilevante è l’atto separato, ossia il modello in cui vengono raccolte le firme, che io avevo già segnalato. Sono fondamentalmente dei fogli bianchi, dove c’è il simbolo, che è un adesivo mentre dovrebbe essere stampato e manca l’indicazione dei canditati. Sono fogli fronte e retro che si basano su una raccolta firme non contestualizzate come data. Nell’atto separato, nell’ultima pagina, c’è sempre da inserire la data e la firma dell’autenticatore. Ogni giorno in cui si raccolgono le fire bisognerebbe chiudere il protocollo. E questo qui non c’è”.
Carpi si muoverà con gli avvocati e come annunciato farà personalmente ricorso al Tar, cercando di capire se la raccolta delle firme su un protocollo senza la firma di autenticazione, possano essere considerate valide per ammettere una lista.