‘Imperia al Centro‘ interviene, con una nota stampa, sulla tariffa Tari discussa durante l’ultimo consiglio comunale.
“Come già illustrato dal consigliere Edoardo Verda durante l’ultima seduta del consiglio comunale, Imperia al Centro ritiene la gestione da parte dell’amministrazione riguardo lo sconto sulla tassa rifiuti (TARI) ai commercianti assolutamente insufficiente e non priva di beffa nei confronti di una categoria che sta profondamente soffrendo economicamente l’emergenza sanitaria.
In primis, lo sconto di un apparente 25% è incongruente con le chiusure che i commercianti stessi hanno subito nell’anno appena trascorso, essendo basata solo sul primo lockdown e non tenendo conto di tutte le chiusure successive in zona rossa/arancione e della riduzione generale di attività nel 2020.
Il Comune di Imperia, non avendo ad oggi ancora adottato la tariffazione puntuale per la tassa rifiuti non tiene infatti conto, nei calcoli delle tariffe per il 2020, della riduzione significativa di produzione dei rifiuti certamente avvenuta.
La giunta, infatti, ha previsto il ribasso solamente sulla parte variabile della TARI che, essendo circa la metà della tariffa totale, tramuta lo sconto in un misero 12.5% del totale. Ci pare decisamente troppo poco se paragonato ai mesi e mesi di mancata produzione di rifiuti.
Inoltre l’aumento delle tariffe TARI di quest’anno, per tutti i tipi di utenze, è più alto dello sconto previsto per i commercianti i quali si trovano a pagare cartelle maggiori nel 2020, col covid, che nel 2019.
Per giunta, oltre al rincaro del costo del servizio, bar e ristoranti hanno subito un incremento della tassa per l’estensione di metratura dell’immobile conteggiata includendo dehors – dehors che sono risultati necessari per aumentare le distanze tra i tavoli, per evitare i contagi, mantenendo però gli stessi coperti e, quindi, producendo la stessa quantità di rifiuti.
Lo sconto, infine, appare impietoso se paragonato ad altri comuni liguri, come la vicina Alassio, dove la riduzione applicata alle stesse tariffe ha raggiunto il 40%.
Chiediamo quindi all’amministrazione di tornare sui propri passi e:
– azzerare la maggiorazione della TARI prevista per l’ampliamento dei dehors
– prevedere una riduzione della tariffa sensibilmente maggiore
Queste, e non i bagni di marmo o le rotonde di plastica, crediamo siano le priorità per gli esercenti che hanno subito, e subiranno, le conseguenze di una delle più gravi crisi economiche del secolo.”