“È indubbio che in una stagione delicata per molti settori della produzione tipica dell’agricoltura ligure, la decisione di inserire la nostra regione nella zona gialla sia un elemento positivo per molte aziende che possono organizzare il lavoro e la logistica in modo più ordinato– sottolinea Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria.
Lo stiamo dicendo da mesi: il Paese e questa Regione non avrebbero sopportato una chiusura totale. Ma è indubbio che ora occorre non sprecare questa occasione migliorando i controlli , adottando comportamenti improntati alla massima prudenza da un lato e sviluppando nuove iniziative per valorizzare i prodotti e il territorio da Ventimiglia e Sarzana, con un coinvolgimento diverso dell’entroterra”.
Cia insiste da tempo sul consumo dei prodotti italiani e sulla valorizzazione degli agriturismi: “La sensazione è che il mondo dell’agricoltura nel suo complesso , penso ad esempio agli agriturismi, non siamo mai considerati come una risorsa effettiva per creare momenti e spazi alternativi che in piena sicurezza possono contribuire in modo decisivo al contenimento del contagio – prosegue Aldo Alberto -. Inutile parlare di Sostenibilità come scelta fondamentale per il futuro e poi dimenticare gli agricoltori che sono l’esempio di questo modello e non si sono mai tirati indietro per garantire la tenuta della filiera agroalimentare”.
Una filiera che ha bisogno di una spinta continua anche verso l’estero.
“Anche in questo senso occorre sfruttare questo periodo per consolidare i servizi alle imprese verso gli altri paesi– conclude il presidente di Cia Liguria -. Con il blocco delle Fiere è necessario che la Regione imposti un lavoro immediato di sostegno all’azione di marketing e commercializzazione dei prodotti liguri, anche esplorando altre modalità di presenza sui mercati a partire dalle principali piattaforme on line”.