È stato presentato al Senato della Repubblica, lo studio “Gestione e valorizzazione del demanio costiero: i modelli gestionali”, redatto dall’autorevole società di ricerca “Nomisma”.
Fabio Viale, presidente provinciale del SIB – Sindacato Italiano Balneari – di ritorno dal Senato, commenta così i dati presentati: “È stata una grande emozione e una grande soddisfazione poter partecipare ad un incontro così importante ed autorevole; abbiamo potuto confrontarci, in un clima sereno, con molti rappresentanti politici nazionali. Soprattutto abbiamo fatto capire loro quante menzogne sono state dette e scritte, in questi anni, sul conto dei balneari: cattiverie basate su dati falsi, come ha potuto chiarire lo studio di Nomisma. Siamo stati indicati quali usurpatori del bene pubblico, perché veniva scritto che il giro d’affari delle spiagge era di 15 miliardi annui, a fronte di un gettito per lo stato di poche centinaia di milioni. Su questi numeri falsi si è basato anche il Consiglio di Stato in seduta plenaria, emettendo una sentenza, più politica che giuridica, contro la nostra categoria. Siamo stati messi contro l’opinione pubblica! Siamo diventati, per mesi, i colpevoli di tutti i mali del nostro Paese. Tutto falso!”
“Tra i dati emersi dallo studio Nomisma, molto importante è quello del valore aggiunto complessivo del turismo legato agli stabilimenti balneari, che ammonta a 2,1 miliardi di euro e non invece, appunto, a 15 miliardi, come affermava un vecchio studio del 2004 e ripreso ancora oggi in modo errato dai media, poiché riferito all’intero indotto delle località turistiche costiere (dunque comprendendo anche alberghi, ristoranti e altre attività) e non solo agli stabilimenti balneari”, continua Viale. “Lo studio Nomisma, invece, parla di un sostanziale equilibrio tra quanto prodotto e quanto versato e sottolinea il fatto che siamo dinanzi a un sistema in costante evoluzione e dalla forte eterogeneità, composto da piccole e piccolissime aziende, che costituiscono il “motore vitale” della nostra economia turistica. Basti pensare che il 35% del totale delle concessioni demaniali non supera i 500 mq!”
“Sono dati che, noi del settore, sapevamo già da anni e per anni abbiamo cerchiato di farlo capire all’Europa, ai nostri politici, alla gente comune. Ora che sono scritti “nero su bianco” speriamo che si prenda coscienza di due cose molto importanti”, auspica. “In primis, la balneazione attrezzata è un settore equilibrato, perfettamente funzionante e di successo, dovuto esclusivamente alla professionalità degli attuali operatori e alla sua caratteristica di gestione prevalentemente familiare, non gestito da “potenti lobby”. E soprattutto che c’è ancora molto spazio disponibile per una sana concorrenza, italiana ed europea, senza dover distruggere la vita di 30.000 famiglie. Infatti, il totale delle concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo (stabilimenti balneari) occupa lo 0,50% delle superfici totali date in concessione dallo Stato italiano”.
“Ritengo che questo studio possa portare ad una conoscenza più approfondita della questione, un diverso punto di vista e soprattutto può aiutare a capire che ciò che ha reso competitivo il nostro Paese nel mercato internazionale delle vacanze è il valore imprenditoriale, non il privilegio. Proprio come accade in tutti i settori economici”, conclude Viale.